vangelo apocrifo gnostico Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Vangelo di Filippo, vangelo apocrifo gnostico attribuito a Filippo apostolo.
I nomi che vengono dati alle cose terrestri racchiudono un grande inganno, perché distolgono i cuori da concetti che sono autentici verso concetti che non sono autentici. Chi sente la parola «Dio» non intende ciò che è autentico, ma intende ciò che non è autentico. Così pure per «Padre» e «Figlio» e «Spirito Santo» e «Vita» e «Luce» e «Resurrezione» e «Chiesa» e tutti gli altri nomi non s'intende ciò che è autentico, ma s'intende ciò che non è autentico. A meno che non si sia venuti a conoscenza di ciò che è autentico, questi nomi sono nel mondo per ingannare. [...] Ma la Verità ha espresso dei nomi nel mondo a questo motivo: che non è possibile apprendere senza nomi. (11-12)
La Verità è unica e molteplice, e a nostro vantaggio, per insegnarci, per amore, quella Unica, attraverso molte. (12)
Fu seminata dappertutto la Verità, quella che esiste fin dal principio, e molti la videro mentre era seminata, ma pochi sono quelli che la vedono quando viene raccolta. (16)
Taluni hanno detto che Maria ha concepito dallo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna? Maria è la Vergine che nessuna forza ha violato, e questo è un grande anatema per gli Ebrei, che sono gli apostoli e gli apostolici. Questa Vergine, che nessuna forza ha violato [...], e le Potenze si contaminano. (17)
Coloro che dicono che il Signore prima è morto e poi è risuscitato, si sbagliano, perché egli prima è risuscitato e poi è morto. Se uno non consegue prima la resurrezione non morirà, perché – come è vero che Dio vive – egli sarà già morto. (21)
Nessuno nasconde un oggetto prezioso in un recipiente di grande valore, ma spesso tesori incalcolabili sono posti in un recipiente del valore di un asse. Così è per l'anima: essa è un oggetto prezioso ed è venuta a trovarsi in un corpo spregevole. (22)
Dio è un tintore. Come le buone tinture, che si dicono genuine, muoiono con le cose che sono state tinte con esse, così è con le cose tinte da Dio: poiché le sue tinture sono immortali, esse diventano immortali grazie ai suoi colori. (43)
La perla, se è gettata nel fango, non diventa di minor pregio, né, se viene unta con olio di balsamo, diventa di maggior pregio, ma ha sempre valore agli occhi del suo proprietario. Cosi è per i figli di Dio: dovunque essi siano, essi hanno sempre valore agli occhi del loro Padre. (48)
Se tu dici: – Io sono un Giudeo, – nessuno si preoccuperà. Se tu dici: – Io sono Romano, – nessuno si sentirà scosso. Se tu dici: – Io sono un Greco, un barbaro, uno schiavo, un libero, – nessuno si turberà. Se tu dici: – Io sono un cristiano, – tutti si agiteranno. (49)
Non temere la carne e non amarla. Se la temi, essa ti dominerà. Se l'ami, essa ti divorerà e ti soffocherà. (62)
La Verità non è venuta nel mondo nuda, ma è venuta in simboli e immagini. Esso non la riceverà in altra maniera. (67)
Così è nel mondo: gli uomini creano dei e venerano le loro creazioni. Sarebbe conveniente che gli dei venerassero gli uomini. (85)
L'amore non prende nulla. Infatti, come potrebbe prendere qualche cosa, dal momento che ogni cosa gli appartiene? Esso non dice: – Questo è mio – o – Quello è mio, – ma dice: – Questo è tuo. (110)
Quanto a noi, ciascuno scavi profondamente fino alla radice dell'errore, che è dentro di lui e lo divelga dal suo cuore fino alla radice. Ed esso invero sarà divelto, quando noi lo riconosceremo. Che se noi siamo ignoranti a suo riguardo, esso affonda in noi le radici e produce i suoi frutti nei nostri cuori. Esso domina su di noi, e noi siamo suoi schiavi. Ci tiene prigionieri, cosicché noi facciamo ció che non vogliamo, e ciò che vogliamo non lo facciamo. Esso è potente perché noi non lo conosciamo, e finché esiste, esso lavora. L'ignoranza è per noi la madre dell'errore. (123)
Vangelo di Filippo, in I Vangeli apocrifi, a cura di Marcello Craveri, Einaudi, Torino, 2005. ISBN 88-06-17914-4