A Moravia non piacque il mio esordio al cinema con I nuovi angeli ma il film ebbe una un'accoglienza notevolissima. Rossellini chiese di presentarlo alla prima edizione della Semaine de la Critique del Festival di Cannes ma poi incorse in un diktat Anica che era in polemica con il festival e non se ne fece nulla.
Era un morbo generalizzato il disprezzo delle tv da parte degli ambienti culturali. Una cosa vera anche oggi. Io ho vissuto le conseguenze di questo disprezzo perché venivo proprio da quell'ambiente. Ho smesso di fare cinema anche per questo: mi hanno convinto di non essere capace di farlo.
[Su Ro.Go.Pa.G.] Nel mio episodio c'era uno straordinario Ugo Tognazzi; c'era poi quello di Pasolini che era La ricotta, poi quelli di Godard e Rossellini. Il titolo di questo film a più voci era stato fatto dal ragioniere di produzione che aveva unito semplicemente le iniziali dei registi. Pier Paolo Pasolini per l'episodio de La ricotta venne condannato per vilipendio della religione e poi amnistiato; la pellicola tornò così sugli schermi con un nuovo titolo imposto. Scegliemmo Laviamoci il cervello, un titolo che però non ricorda nessuno.
Perché ho girato così pochi film? C'è un motivo. Per molti ero un miserabile rospo che usciva dal pantano maleodorante delle disprezzatissima tv, osando fare un salto nell'Olimpo del cinema.