partigiana, politica e antifascista italiana (1900-1980) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Teresa Noce (1900 – 1980), partigiana e politica italiana.
I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.[1]
Qualcuno dice che adesso ringiovanisco. Forse è così. Forse, non essendo più legata a precise responsabilità che mi condizionano, mi sento più libera. Ma se è vero che ringiovanisco, chissà che tra dieci anni non chieda ancora una volta la tessera d’iscrizione alla Gioventù Comunista![2]
Bisognava che le donne leggessero e comprendessero, discutessero con i compagni partecipando alle riunioni, insomma fossero in tutto e per tutto considerate militanti al pari degli uomini.[3]
Mi battevo perché il tempo che dovevano trascorrere nelle mani del nemico non fosse sciupato e si approfittasse invece di ogni possibilità per studiare, per imparare le une dalle altre, per organizzare corsi politici e di studio di tutte le materie.[4]
Non avevo mai avuto paura di restare in minoranza perché anche una minoranza poteva e doveva continuare a battersi per diventare una maggioranza.[5]
La lettura mi aiutò molto, come mi avrebbe aiutata per tutta la vita. Soprattutto come mezzo di conoscenza per pensare e per comunicare con gli altri.[6]
Come compagna ripudiata di Longo riceve umiliazioni su umiliazioni e nel 1953 apprende la notizia dell'annullamento del suo matrimonio dalle pagine del Corriere della Sera. Furiosa, Teresa Noce smentisce il giornale milanese asserendo che mai e poi mai, da comunista integrale, avrebbe accettato il sotterfugio di annullare il matrimonio a San Marino, espediente cui avrebbero potuto ricorrere soltanto i "marci" borghesi. Ma la notizia era vera: Longo aveva agito così, all'insaputa di lei.
Nell'immaginazione collettiva, la figura di Teresa Noce è interamente racchiusa nei tre aggettivi branditi con scherno dagli avversari (e talvolta, con malizia non bene dissimulata, anche dagli stessi compagni di lotta e di partito): «brutta, povera e comunista».
Teresa Noce era indiscutibilmente non avvenente, simbolo della deliberata negazione di ogni attraente femminilità: «brutta», insomma, emblema fisico di una vita dedicata integralmente alla politica e alla fede ideologica. Ma che di Estella[7] venga ricordata ossessivamente la bruttezza, è segnale di quanto l'estetica della donna sia considerata un fattore cruciale nel giudizio su una protagonista della turbinosa storia politica del Novecento italiano.
↑ Citato in Paolo Fallai, Da Sud a Nord: i treni dei bambini orgoglio del Paese, Corriere della Sera, 7 novembre 2021, p. 35
↑ Da Rivoluzionaria professionale, La Pietra, Milano 1974 [Bompiani, Milano 1977].
↑ Da Rivoluzionaria professionale, La Pietra, Milano 1974 [Bompiani, Milano 1977]
↑ Da Rivoluzionaria professionale, La Pietra, Milano 1974 [Bompiani, Milano 1977]
↑ Da Rivoluzionaria professionale, La Pietra, Milano 1974 [Bompiani, Milano 1977]
↑ Da Rivoluzionaria professionale, La Pietra, Milano 1974 [Bompiani, Milano 1977]