Il signore lascia il mondo delle due ruote per entrare in quello delle quattro ruote. Ha deciso di seguire alla rovescia l'evoluzione dell'uomo, che all'inizio cammina a quattro zampe e alla fine si alza nobilmente su due ruote. (Joe)
Dico, lei conosce qualcuno che sogni di diventare tassista? Stanno sempre a lamentarsi, ti caricano solo se gli va, ti sgridano se non hai spiccioli, o se la mancia non gli sta bene, eh?! E poi sbevazzano nei bar tanto da far esplodere il palloncino del test, si lamentano della loro squadra, delle pensioni. E poi con la polizia, eh? Sono culo e camicia con la polizia, sono i re delle soffiate, fornitori ufficiali, ci manca solo che il tassista sia sposato con una portinaia e siamo a posto! (Émilien)
Un pilota, quando non guida, passa la vita nei garage. (Daniel)
E ora vai da lei, la prendi, la butti all'indietro e gliene stampi uno sulle labbra, tutto qui. O ti becchi un diretto, o l'agganci per dieci anni e ce l'hai ai tuoi piedi, una possibilità su due, almeno se non funziona lo sai subito. È un po' come al gratta e vinci: gratta e sai la risposta. (Daniel)
Folle e irresistibile commedia poliziesca scritta e sceneggiata dal genio parzialmente compreso di Luc Besson, e diretta dal riesumato Gérard Pirès, che corre a duecento all'ora (e per una volta non è un modo di dire) sul filo del grottesco. Le frequentissime scene d'inseguimento, su cui si regge tutto il film, sono davvero portentose. Il resto non conta, o quasi. (Massimo Bertarelli)
Luc Besson sceneggia un clone del suo cinema in forma di commedia ironizzando sui fantasmi dell'automobilista. Comicità elementare, inseguimenti fracassoni, spirito tamarro: non male per una serata tra amici con birra e pizza. (Il Mereghetti)
Sceneggiato da Luc Besson, è un film di azione ad alta velocità che assomiglia ai poliziotteschi italiani degli anni '70 più che ai modelli hollywoodiani degli anni '90: inseguimenti, acrobazie su due o quattro ruote, parentesi di umorismo pecoreccio. Basta guardare i primi 20 minuti. Sembrano sentinelle che dicano: non andate avanti. (il Morandini)