calciatore e allenatore di calcio inglese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Steven George Gerrard (1980 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore inglese.
[Riferito a Mario Balotelli durante il suo periodo al Liverpool] A Basilea, in Champions, capii che era senza speranze. L'intensità nei suoi allenamenti era calata. Il suo comportamento peggiorato. Non c'erano frizioni tra di noi, anzi. Ho provato ad aiutarlo e a lodarlo pubblicamente, ma alla fine ho capito che Mourinho aveva ragione: è ingestibile. Ha il potenziale per diventare uno dei migliori al mondo, ma non ce la farà mai per colpa della sua mentalità e anche delle persone che ruotano attorno a lui. È un ritardatario, vuole sempre attenzioni, dice cose sbagliate sui social media, non lavora abbastanza durante gli allenamenti. Insomma, Balotelli è una battaglia persa.[1]
Benitez è stato, dal punto di vista tattico, il miglior allenatore con cui abbia mai lavorato al Liverpool e in Inghilterra, ma non mi piace come persona. Non so perché ma è la mia sensazione. Posso chiamare al telefono qualsiasi mio allenatore ma non lui. È un peccato non poter mantenere questo rapporto perché probabilmente abbiamo condiviso la notte più importante delle nostre carriere con la Champions League vinta nel 2005 a Istanbul. Eppure non c'è alcun legame fra di noi.[2]
[Sulla finale della UEFA Champions League 2004-2005] Certi giocatori del Milan rientravano con un ghigno. Gattuso era uno di quelli. L'ho visto. Ma vaffa... Un altro paio di milanisti salutava a braccia levate tifosi e amici, mi hanno schifato. Come il tunnel di Pirlo poco prima dell'intervallo, mancanza di rispetto. D'accordo, il Milan ci stava stracciando, ma non ci si deve mai comportare così. Quando sono tornato nello spogliatoio schiumavo: questi str... credono sia tutto finito. Ma si sbagliano.[3]
[Su Gennaro Gattuso] Non mi sono mai preoccupato di lui: né prima, né durante né dopo la partita. La gente lo ritiene uno valido, non so bene perché. Per me è tutto bocca. Sembra aggressivo, ma fa paura quanto un "kitten", un gattino.[3]