poeta lirico greco antico Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Simonide di Ceo (556 a.C. circa – 468 a.C. circa), poeta greco.
La pittura è poesia silenziosa, e la poesia è pittura che parla. (citato da Plutarco, Della gloria degli ateniesi)
Diventare uomo buono veramente è, bensì, arduo, | tetragono di mani, di piedi e di mente, | forgiato senza difetto. (citato da Platone, Protagora)
E non mi suona appropriato il detto di Pittaco, | sebbene pronunciato da un uomo sapiente: arduo, | disse, essere buono. (citato da Platone, Protagora)
La bella speme tutti ci nutrica | di sembianze beate; | onde ciascuno indarno si affatica; | altri l'aurora amica, altri l'etate | o la stagione aspetta: | e nullo in terra il mortal corso affretta, | cui nell'anno avvenir facili e pii | con Pluto gli altri iddii | la mente non prometta. (citato in Giacomo Leopardi, Il Parini, ovvero Della Gloria, cap. X, in Operette morali)
Non accadono mali inaspettati | se perpetüamente | ogni cosa in brev'ora il dio travolge. (citato in Carlo Michelstaedter, Dialogo della salute, in Scritti, 2 voll., A. F. Formiggini, Genova, 1912, vol. I, p. 44)
Non è possibile che non sia cattivo l'uomo | che un'irrimediabile sventura ha abbattuto. (citato da Platone, Protagora)
Ma un uomo di valore è a volte cattivo, a volte buono. (citato da Platone, Protagora)
Se ha buona riuscita, ogni uomo è buono, | è cattivo se ha cattiva riuscita. (citato da Platone, Protagora)
Per questo io non getterò mai il destino della mia vita | in una vuota speranza inutile, | cercando ciò che non può essere, | un uomo del tutto irreprensibile, | tra quanti si nutrono del frutto dell'ampia terra: | quando l'abbia trovato, ve lo annunzierò. (citato da Platone, Protagora, cioè, Fr. 542.37 Page, come i segg.)
Ma tutti io lodo e amo, | chiunque non faccia nulla di male | volontariamente: con la necessità neppure gli dèi combattono. (citato da Platone, Protagora)
A me basta un uomo che non sia cattivo | né del tutto inetto, | che conosca la giustizia utile alla città e sia sano: | io non lo rimproverò, | poiché non sono amante del biasimo; | infatti degli stolti infinita è la stirpe. (citato da Platone, Protagora)
Belle sono tutte le cose cui non si mescola il turpe. (citato da Platone, Protagora)
Senza il piacere neppure la vita degli dei ci desterebbe invidia. (fr. 584 P.)
Mentre in dedalea navicella il vento
fremea soffiando, e l'agitata poppa
già sommergean le insuperabil'onde,
aspergendo di lagrime le gote
l'afflitta madre circondò Perseo
con mano amica ed a lui disse: «O figlio,
quanto soffr'io!
Sulla battaglia navale dell'Artemisio
Dei morti alle Termopile
Glorïosa è la sorte,
Ara la tomba, nobile
La disfidata morte.
Parliam, parliam de' prodi,
Non lamentiamli: gemiti
Sien lor le nostre lodi.
Egli, pertanto, a quanti esercitino questa facoltà dello spirito, consiglia di fissare nel cervello dei luoghi e di disporvi quindi le immagini delle cose che vogliono ricordare. Con questo sistema l'ordine dei luoghi conserverà l'ordine delle idee, le immagini delle cose richiameranno le cose stesse, i luoghi fungeranno da tavolette per scriverci sopra e le immagini serviranno da lettere con cui scrivere. (Cicerone)
Ben vide Simonide o chiunque ne sia stato l'inventore che le impressioni trasmesse dai nostri sensi rimangono scolpite nelle nostre menti e che di tutti i sensi il più acuto è quello della vista. Per cui dedusse che la memoria conserva molto più facilmente il possesso di quanto si ascolta o si pensa quando le loro sensazioni entrano nel cervello con l'aiuto della vista. In questo modo la rappresentazione con immagini e simboli concretizza le cose astratte ed invisibili con tanta efficacia, che riusciamo quasi a vedere realmente mediante immagini concrete quel che non siano capaci di percepire col pensiero. (Cicerone)
↑ Da un frammento; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
Simonide, Perseo, traduzione di Antonio Conti, in Versioni poetiche, a cura di Giovanna Gronda, Bari, Giuseppe Laterza e Figli, 1966.
Simonide, Sulla battaglia navale dell'Artemisio, traduzione di Achille Giulio Danesi, in "Poesie greche, intere o in frammenti", Tipografia Editrice Tempo, Palermo, 1886.