Intervista di Raffaele Panizza, vogue.it, 4 dicembre 2018.
Non avevo mai visto un giornale di moda, a casa non c'era la televisione, non avevo punti di riferimento e d'un tratto, a diciassette anni, mi ritrovavo a Parigi a sfilare per stilisti di cui a malapena sapevo pronunciare il nome.
[In riferimento a una sfilata dello stilista John Galliano] Ero tornata in albergo convinta di non essere stata confermata, quando una telefonata del mio agente mi avverte che lo show stava per iniziare e che dovevo presentarmi in passerella entro dieci minuti. [...] Poco prima di uscire John mi fece stringere tra le mani un ombrellino e disse solo così: stai morendo di malaria, ora vai.
Non c’è scampo, la mia natura ribelle alla fine viene sempre a galla.
Non ha perso un briciolo della sua sicurezza e di quella sua camminata unica, ma soprattutto ho ritrovato la stessa donna che ricordavo: gentile, sorridente, entusiasta e delicata. Delicata non nel senso di fragile, anzi, ma rispettosa nei confronti di tutti. Ogni cosa che fa, ogni parola che dice, persino il modo in cui ti guarda, esprime la donna meravigliosa che è. (Donatella Versace)