[...] il discorso del carpe diem, ovvero sia del tira' a campa'. (Valeriano)
Hai capito chi era 'sto Gesù?! A dir 'a verità io n' me n'ero accorto. Ma io non so' tenuto, io so' romano, 'n'artra concezione. Noi credemo solo a quello che se vede. Sì, insomma, quando vai a strigne', noi non credemo a niente. (Pilato)
Citazioni in ordine temporale.
Valeriano: Le donne hanno le premonizioni. Pilato: Ebbè, so' come le bestie. Valeriano: Diciamo che so' vocate alle stregonerie.
Tiberio: Io mantengo fede a quanto ti ho promesso in cambio. Ti salvo la vita. Pilato: E chi ve l'ha chiesta? Tiberio: Perché, che m'hai chiesto? Pilato: Il patto era la vita o qualunque altra cosa vi avessi chiesto. A scelta. Tiberio: Embè? Che altro puoi scegliere se non la vita? Che c'è di più prezioso della vita, per un uomo? Pilato: La vita di tutti l'altri. La vita di un popolo, per esempio. La vita der popolo giudio. [...] Ferma la persecuzione, Cesare. O un brutto precedente peserà nella storia. Non scavare un solco fra i popoli, fra i giudii e tutti gli altri. D'altra parte Gesù Cristo chi era? [...] Era un giudio. E l'apostoli chi so'? So' altri giudii. Che vanno spersi per il mondo predicando la legge che Gesù Cristo ha completato, ma non ha cambiato, è uguale. Ricordatevelo 'sto particolare.
Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (il Morandini)
Magni romanizza Pilato e, alla fine, lo fa diventare un eroe controvoglia, come molti personaggi della commedia all'italiana. Volenteroso tentativo di un regista colto-popolare di uscire dagli stereotipi e di confrontarsi con temi universali. (Il Mereghetti)