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Citazioni sulla Sardegna e i sardi.
Avevo già conosciuto la Sardegna in vacanza, ma solo vivendola mi sono reso conto quanto sia speciale questa terra nella quale mi rispecchio ogni giorno di più. Inizialmente chiusa e diffidente, poi ti accoglie a braccia aperte e ti fa sentire a casa con rispetto e semplicità. Poi ancora i colori, i profumi, il clima, l'affetto che mi travolge dal primo mattino quando accompagno i miei figli a scuola sino alla sera, al rientro dall'allenamento. (Daniele Conti)
Chi chiama la Sardegna terra malvagia, o non la vide mai, o non vide oltre agli aridi sassi delle costiere della Nurra, di Figari, o di Tavolara. (Antonio Bresciani)
Dal punto di vista della qualità, a parte il devastante spettacolo delle aree suburbane, la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso. I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea e mediterranea. (Fabrizio De André)
Non ho dubbi sul carattere totale che la lotta per l'indipendenza della Sardegna può assumere se si lavora in modo correttamente rivoluzionario. Perché la lotta di liberazione anticoloniale di un popolo ha carattere esemplare per tutti i colonizzati, anzi per tutti gli sfruttati del mondo... A Nuoro è cominciato un lavoro importante, mi pare, perché può incidere nel sociale... I segnali non sono da sottovalutare, perché una nuova realtà si muove oggi in Sardegna con l'esigenza di sprigionare le masse e dare a esse un respiro nazionale e internazionale. Poiché non posso fare a meno di dire che sono contro i piccoli e i grandi giochi di potere, contro le strozzature e i ritardi manovrati ad arte, sono fermamente convinto che la matassa Sardegna non si dipanerà certamente con i metodi semplici e imperturbabili del ricambio della presidenza del Palazzo. Occorre ben altro! Occorre che sia il popolo a modificare le cose. La Sardegna con una sua lingua una sua storia un suo territorio ha diritto a essere riconosciuta nazione. (Fabrizio De André)
Dirò cosa che a molti parrà incredibile, come a me par certa, cioè che nel secolo XIII ai Genovesi e ai Pisani, ai Lombardi e ai Toscani il viaggio di Sardegna doveva essere assai più familiare che oggi generalmente non sia per noi Italiani del continente. I terramagnensi, come allora si dicevano nell'isola i continentali, vi appariscono per tutto quel secolo in grandissima quantità, sia costituiti in uffici civili, militari, ecclesiastici, sia nell'esercizio della mercatura o dell'arte marinaresca. (Tommaso Casini)
Dobbiamo razionalizzare e rendere comprensibile al popolo sardo, oggi fuorviato dal funzionarismo dei partiti coloniali, quella intuizione di libertà che lo agita. Quella libertà si chiama indipendenza politica ed economica e giustizia sociale: libertà significa che i sardi debbono essere prima di tutto padroni della loro terra, arbitri dei loro destini. (Antonio Simon Mossa)
Il popolo sardo, come i popoli venuti ultimi alla civiltà moderna e già fattisi primi, ha da rivelare qualcosa a se stesso e agli altri, di profondamente umano e nuovo. (Emilio Lussu)
Infine, scendiamo verso il mare. In Sardegna si sente sempre, a cento e cento chilometri dalle coste, che splende nell'aria da ogni lato. È una vera isola, Sardegna, dentro il suo splendore e le sue tempeste. E di qualcosa di salmastro odora anche su a mille metri. (Elio Vittorini)
La cosa che mi colpisce della Sardegna è la sua testardaggine e forza di carattere. Ogni volta che vengo a Cagliari avrei voglia di scriverle una lettera per dichiararle il mio amore. La prima volta ci sono venuto a quindici anni – gita scolastica in terza liceo – e ogni volta è stata una rivelazione. Mi sembra, la Sardegna, uno di quei posti dalla personalità talmente forte che se non lo ami ti odia lui. Tornare qui mi rigenera ed è una sensazione paragonabile solamente a quella che provo quando torno nella mia città. (Tiziano Ferro)
La Sardegna da quando domineddio l'ha scagliata al centro del mare è stata sempre granaio, miniera e serbatoio di carne da combattimento, di botoli feroci, per l'Italia da farsi. (Marcello Fois)
La Sardegna e la Sicilia furono entrambe lasciate indietro nel processo di miglioramento economico delle province continentali. La noncuranza dei governi, l'assenteismo dei proprietari terrieri, l'assenza di strade all'interno, le sopravvivenze feudali, una tradizione di leggi private che prestava poca o nessuna attenzione all'autorità centrale – questi fattori erano comuni a entrambe le isole e rappresentavano un ostacolo quasi insormontabile allo sviluppo economico. (Denis Mack Smith)
La Sardegna è un'altra cosa: più ampia, molto più consueta, nient'affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Creste di colline come brughiera, irrilevanti, che si vanno perdendo, forse, verso un gruppetto di cime… Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa. (David Herbert Lawrence)
La Sardegna non vuole nulla, dico io, o vuole molte cose; e fra queste molte cose non c'è certo l'autonomia. (Giuseppe Abozzi)
Non v'è in Italia ciò, che v'è in Sardegna, né in Sardegna v'è quel d'Italia. (Francesco Cetti) [riferendosi alla fauna dei due luoghi]
Sardi da vendere (l'uno più tristo dell'altro). (Cicerone)
Se l'onorevole Zotta varcasse il nostro inquieto Tirreno e toccasse la dolente isola sarda, si convincerebbe in un'ora che, nonostante i potenziamenti, nonostante lo stimolo delle possibilità autoctone, cento ettari di terreno delle nostre plaghe desolate varranno sempre meno di un solo ettaro di terreno della Val Padana e le nostre povere, le noste misere industrie sono a distanza stellare dalle industrie del Nord. (Giuseppe Abozzi)
Sono nato in un villaggio di contadini e di pastori, fra Goceano e Logudoro, nella Sardegna settentrionale e, durante la mia infanzia, ho sentito parlare e ho parlato solo in lingua sarda: in prima elementare, il maestro, un uomo severo sempre vestito di nero, ci proibì, a me e ai miei coetanei, di parlare nell'unica lingua che conoscevamo e ci obbligò a parlare in lingua italiana, la «lingua della Patria», ci disse. Fu così che, da vivaci e intelligenti che eravamo, diventammo, tutti, tonti e tristi. (Francesco Masala)
Una cultura forte è una cultura in cammino. Possiamo pure decidere di mettere in gabbia una lingua, ma lei tenterà comunque di scappare. E allora sarebbe auspicabile un'idea della Sardegna che non partisse da una scala di valori determinata dalla quantità di sardità che essa esprime, anche perché quell’idea di sardità è assolutamente relativa, ma dalla pari dignità. (Marcello Fois)
Uno studioso di cose sarde mi diceva che esistono tre Sardegne. Questo non lo credo: credo che la Sardegna sia una. (Giuseppe Abozzi)
Vi giuro che se riesco a mettere piede fuori, non ci ritornerò più in questo luogo maledetto. Si vede che il Creatore quando ha fatto il mondo avrà chiesto aiuto al diavolo e gli avrà detto di fare la Sardegna. (Gavino Ledda)
Dovessi fondare un partito mi muoverei tra Oristano, Macomer, Nuoro, Mamoiada, Lanusei... mi spiego? Possibile che nessuno si renda conto? [«Di cosa?»] Che quella è una Sardegna viva, vera, autentica. Una Sardegna che ha solo la sfortuna di stare a cento chilometri dai luoghi dove si fanno le feste con lo champagne.
Io sono sardo perché sono di poche parole.
Noi ci mascheriamo dietro il miracolo del mare e facciamo finta che la Sardegna sia quella fotografata sui depliants azzurri che spediamo in tutto il pianeta ricco.
[«Servono dieci Aga Khan per cambiare la nostra sorte?»] Più che dieci Aga Khan sarebbe meglio avere cinquanta fabbriche in più. Occupazione, lavoro. L'Aga Khan ha fatto molto per una certa immagine della Sardegna ma occorre anche sottolineare un altro aspetto: ha creato un mondo che non è a dimensione di sardo. Quello che ci serve, oggi, è fermare la fuga dei figli con la valigia, la nuova emigrazione. L'Aga Khan, con tutto il rispetto, non è il nostro futuro.
Sono arrivato qui che avevo diciassette anni, nel '63. Dicevano: poverino, è finito in Sardegna. Ovvio che col tempo ho acquisito il modo di pensare e di essere dei sardi. A cominciare dalla diffidenza, che tuttavia fa parte della nostra storia. I sardi sono stati sempre maltrattati e quando dicono che dal mare non arriva buona gente, mica sbagliano. [«Invidia»] Invidia e gelosia. È vero, fanno parte di noi ma sono sentimenti che trovi con frequenza nelle città e nei grandi centri piuttosto che nei paesini.