Sir Roger Penrose (1931 – vivente), matematico, fisico e cosmologo britannico.
Ci sono tre grandi misteri nei campi della matematica, della coscienza e del mondo fisico che la scienza deve ancora spiegare. Il numero uno è che la fisica è guidata in modo incredibilmente preciso da equazioni matematiche. Il numero due è relativo a come l'esperienza consapevole può sorgere quando queste circostanze sembrano essere giuste. Non è solo questione di calcoli, c'è altro, in corso... Il numero tre è la nostra capacità di usare una comprensione cosciente per comprendere la matematica e straordinarie idee autocoscienti ma profonde che sono lontane dalle mie esperienze.[1]
La coscienza quantistica di ogni essere vivente è indipendente dal corpo e potrebbe sopravvivere alla morte del cervello, per sopravvivere sotto diverse forme. Come? Nell'esistenza infinita...[1]
Penrose pensa non solo con maggior chiarezza della maggior parte di noi, ma in un suo modo caratteristico e piuttosto inusuale. La sua capacità di visione geometrica è unica. I fisici matematici si dividono in due tipi. Alcuni di essi, dopo essersi imbattuti nelle equazioni giuste pensano alle equazioni più che al fenomeno fisico che esse rappresentano (Chandrasekhar, per esempio, pensava molto in termini di equazioni). Altri si trovano più a loro agio con rappresentazioni pittoriche o con concezioni geometriche; Penrose si colloca all'estremo "geometrico" di questo spettro, a suo agio nel visualizzare quattro e più dimensioni come la maggior parte di noi nel vederne due sole. (Martin Rees)