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scacchista e psicologo statunitense (1914-1993) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Reuben Fine (1914 – 1993), scacchista e psicologo statunitense.
Nella letteratura psicoanalitica, la trattazione classica sugli scacchi è quella di Ernest Jones intitolata The Problem of Paul Morphy[1], letta alla British Psychoanalitical Society nel 1930 e pubblicata nel 1931.
Lo scopo di questo saggio così penetrante è di delineare una patografia di Paul Morphy, del quale parleremo più tardi. Per quanto riguarda invece la questione più generale della psicologia degli scacchi, Jones stabilisce i seguenti punti: gli scacchi sono, come è evidente, un gioco sostitutivo dell'arte della guerra; il movente inconscio che spinge all'azione i giocatori non è semplicemente il gusto per l'agonismo, che è caratteristica comune a tutti i giochi competitivi, ma quello più oscuro dell'uccisione del padre. Inoltre, l'aspetto matematico proprio di questo gioco dà ad esso una peculiare coloritura sado-anale. Il senso di predominanza provato da uno dei due giocatori trova il suo corrispondente in quello di impotenza totale provato dall'altro. È proprio questa qualità sado-anale che lo rende così idoneo a gratificare contemporaneamente sia gli aspetti omosessuali sia quelli antagonistici, propri della contesa tra padre e figlio. Gli altri saggi in proposito, come quelli di Karpman[2], Coriat[3], Menninger[4], e Fleming[5], non aggiungono molto di sostanziale alla tesi di Jones. Tutti concordano nel sostenere che negli scacchi si sublima una mescolanza di impulsi omosessuali e aggressivi.
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