[Su Tonino Guerra] Mezzo poeta, mezzo filosofo, mezzo vagabondo, un'anima candida, che fa matti racconti, fantastici, spesso confondendo la realtà con l'immaginazione.[2]
Intervista di Nevio Boni, Stampa Sera, 28 dicembre 1987.
Il cinema è difficile. Ci sono certe sfumature nella carriera di un attore. A volte si sceglie di fare delle cose pur sentendo puzza di bruciato e qualche volta mi sono scottato.
A me viene bene di fare il bambino. Sono affezionato alle "scemenze di sempre".
Da bambino sognavo di fare l'attore e il pilota automobilistico. Faccio entrambe le cose e sono contento.
[Sui suoi guadagni] Tanto. Tranne due anni di cabaret all'inizio, che con Cochi prendevamo cinquemila lire in due, poi ho sempre fatto serate e con il cinema ho tirato su il denaro. Sono fortunato, ma lavoro duro e tanto.
[Sui nuovi comici] Quelli non si accorgono che la tv li prende e se li mangia. Usa e getta.
Io mi faccio ridere da solo.
[Su Dario Fo] Sono un suo ammiratore da quando avevo 15 anni. Abbiamo collaborato poi per delle cose con Jannacci. È stata una gioia conoscerlo.
[Su Adriano Celentano e le sue "prediche" televisive] È così com'è. Non dimentichiamo che insieme a Mina hanno dato una svolta alla canzone. Adriano crede in quello che dice. Non so se sia giusto o meno farle, ma lui è onesto ed è fatto così.
Cochi e Renato mi rimandano ad un quadro di Giorgio De Chirico. Si tratta delle Muse Inquietanti dove le muse ispiratrici dell'arte sono inserite in una situazione surreale e metafisica. (Andrea Poltronieri)
Cochi e Renato sono dei colossi della comicità, quelli che l'hanno cambiata totalmente, quelli che vedevo in bianco e nero ne "Il poeta e il contadino", figurati la gioia che provo in questo momento. (Andrea Poltronieri)
↑ Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.