Così come basta un istante perché piova, basta un attimo perché si muoia: le cose, gli affanni umani, come la vita, dileguano improvvisi, sono caduchi.[4])
A fǝlósófiiǝ rǝ mastǝ Fǝlippǝ: nu vǝccónǝ 'n mócchǝ, n'atǝ 'n bóndǝ a fǝrcínǝ e l'uócchiǝ a ru mègliǝ piézzǝ.[5]
La filosofia di mastro Filippo: un boccone in bocca, un altro sulla punta della forchetta, e l'occhio al miglior pezzo.
Un boccone ormai al sicuro in bocca, un altro già pronto sulla punta della forchetta e l'occhio predace indefettibilmente attento a sorvegliare il piatto comune, per ghermire, in anticipo su tutti i commensali, il miglior pezzo. È il ritratto, non privo di indulgente bonarietà, dell'egoista esemplare.
O vino, lasciati bere con il finocchio e non colle castagne![36]
Secondo una diffusa leggenda, Cristo diede incarico a San Pietro di acquistare del vino mettendolo in guardia dall'assaggiarlo dopo aver mangiato delle castagne il cui sapore maschera i difetti del vino, raccomandandogli viceversa di berlo dopo aver mangiato del finocchio che del vino fa venire allo scoperto pregi e difetti.[37]
'Mmane a quire: feste, farin' e forca; 'mman'a quiste paate: chiangite e parlate.[49]
Sotto quelli (di un tempo, i Borboni): feste, farina e forca; sotto questi pagate: piangete e parlate.
Mò sònǝ, cambanícchiǝ e mòrǝ Cǝmǝcícchǝ; mò sònǝ cambanónǝ e mòrǝ Cǝmǝciónǝ.[66]
Suona ora un campanino e muore Cimicino; suona ora un campanone e muore Cimicione.
Sebbene onorati con cerimonie fastose o semplici, ricchi o poveri, la morte uguaglia tutti.
Naplǝ tand'avandátǝ s'è rǝddóttǝ a carǝscià prètǝ.[67]
Napoli tanto vantata si è ridotta a trasportare pietre.
Lo si dice per commiserare la sorte di chi, decaduto dall'antico splendore, è in una condizione misera
N'or' rorm' lu add' | doi' or' lu cavadd' | tre or' l'amant'[68] | quatt'or' lu mircant' | cinc'or' lu sturent' | se' or' tutt' la gent' | sett'or' la signuria[69] | ott'or' la pultrunaria | nov'or' lu purch' | dic'or' lu strapurch'[70].[71]
Un'ora dorme il gallo | due ore il cavallo | tre ore l'amante | quattro ore il mercante | cinque ore lo studente | sei ore tutta la gente | sette ore la signoria | otto ore la poltroneria | nove ore il porco | dieci ore lo straporco.
Viv' i pruverb' r' gli Arniurìs, | ca i vicch' nust' n'hann' rimàs': | si tutt' lu munn' ié paravís', | la requi' ri l'ómin' ié la casa soi[106]. [107]
Viva i proverbi dei Rioneresi, | che i nostri vecchi ci hanno tramandati: | anche se tutto il mondo è un Paradiso, | la pace per l'uomo è nella sua casa.
Vulera esse' cape re pescetielle e nu cora re pesce 'eruosse.[10]
Vorrei essere testa di pesciolino e non coda di pesce grosso.
1 2 La traduzione è in Cultura contadina e idea meridionalistica, p. 144.
↑ Citato in Proverbi. Frammenti di luce, di sogni e di speranza, vol. VI, p. 178.
↑ Cfr. Proverbi. Frammenti di luce, di sogni e di speranza, vol. VI, p. 178.
↑ Citato, con traduzione, in Mario Martone, Proverbi, Detti e Modi di dire lucani, vol I, p. 95
↑ Citato in (ACR), Il carnevale lucano tra antiche e nuove tradizioni, 08-02-2010, Consiglio Informa, Agenzia di Stampa del Consiglio Regionale della Basilicata, .
↑ Il 17 gennaio, giorno in cui si festeggia Sant'Antonio Abate, segna l'inizio del periodo carnevalesco.
↑ Citato in Alberto Statera, Il termitaio, Rizzoli, 2009, i signori degli appalti che governano l'Italia, p. 87.
↑ Citato in Istituto nazionale di sociologia rurale, Atlante dei prodotti tipici: il pane, prefazione di Enzo Bianco, introduzione di Corrado Barberis, AGRA: RAI-ERI, Roma, 20003, p. 242. ISBN 88-397-1090-6
↑ L'interpretazione è in Cultura contadina e idea meridionalistica, p. 144.
1 2 Citato in Lingue e culture dell'Italia meridionale (1200-1600), a cura di Paolo Trovato; con una bibliografia delle edizioni di testi meridionali antichi, 1860-1914 a cura di Lida Maria Gonelli, Bonacci, Roma, p. 350. ISBN 88-7573-246-9
↑ Citato, con traduzione in Mario Martone, Proverbi, Detti e Modi di dire lucani, Appia 2 Editrice, Venosa, 2000, vol. I, p. 355.
1 2 3 4 5 La traduzione è in Cultura contadina e idea meridionalistica, p. 139.
1 2 3 4 5 Citato con traduzione in Einaudi, 1998, p. 100.
↑ Citato in Luigi Veronelli, Le buone cose, Indirizzi di gola, a cura di Andrea Grignaffini, in collaborazione con Monica Caffara e Arturo Rota, Veronelli Editore, Bergamo, 1997, p. 53. ISBN 88-7250-079-6
↑ La traduzione e l'interpretazione sono di Luigi Veronelli. Cfr. Le buone cose, Indirizzi di gola, p. 53.
1 2 3 4 Citato con traduzione in Einaudi, 1998, p. 114.
↑ Citato in Vittorio Pupillo, Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione, Youcanprint Self-Publishing, vol IV, Tricase (LE), p. 232
1 2 3 4 Citato in Cultura contadina e idea meridionalistica, p. 140.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 43.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 319.
↑ Citato con traduzione in Gianvito Rutigliano, Scuola, un proverbio lucano scurrile sul sussidiario per le elementari: l'editore lo ritira; in Repubblica.it Bari del 21 settembre 2016.
↑ Citato e tradotto in Mario Martone, Proverbi e modi di dire lucani, vol. II, p. 138.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 111.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 300.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 38.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 212.
1 2 3 Citato in Cultura contadina e idea meridionalistica, p. 140.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 292.
↑ Citato in Gianvito Rutigliano, Scuola, un proverbio lucano scurrile sul sussidiario per le elementari: l'editore lo ritira; in Repubblica.it Bari del 21 settembre 2016.
↑ Citato in Mario Martone, Proverbi e modi di dire lucani, vol. II, p. 170.
↑ Citato con traduzione in Proverbi e modi di dire lucani, vol. II, p. 172.
↑ L'osservazione è di Michele Gerardo Pasquarelli (Marsico Nuovo (Potenza) 30 maggio 1868 – Savoia di Lucania, 19 marzo 1924), medico, antropologo e paremiologo dalle cui opere sono tratti i proverbi riportati in Giovanni Battista Bronzini, Cultura contadina e idea meridionalistica. M. G. Pasquarelli fu autore di numerose opere sulla cultura popolare, fra cui la raccolta: Proverbi e frasi nel dialetto di Marsiconuovo.
↑ Citato in Vittorio Pupillo. Proverbi: Riflessioni sulla sapienza del passato, per un corretto comportamento nel presente, vol. I, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), p. 121
1 2 Cfr. Proverbi: Riflessioni sulla sapienza del passato, per un corretto comportamento nel presente, vol. I, p. 121.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 39.
↑ Citato e tradotto in Paremiologia lucana, p. 326.
↑ Citato e tradotto in Vittorio Pupillo, Proverbi. Una guida sicura per le stagioni della vita, vol. V p. 244
↑ Citato, con traduzione, in Io te l'avevo detto!, p. 43.
↑ Variante per gli ultimi due versi: Tutt' lu munn' ié pais', ma la requi' ri l'ómin ié la casa soi. Tutto il mondo è paese, ma la pace dell'uomo è nella sua casa. Cfr. Paremiologia lucana, nota a p. 101.
↑ Citato e tradotto in Enzo Cervellino, Paremiologia lucana, con 18 illustrazioni, traduzioni di Enzo Cervellino, Laurenziana, Napoli, 1964, p. 101.
Levi P. Mumps, Io te l'avevo detto! Diario di un'ingiustizia non tutelata dall'interesse pubblico, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2017, . ISBN 9788892651371
Paolo Trovato e Lida Maria Gonelli, Lingue e culture dell'Italia meridionale (1200-1600), Bonacci, Roma, 1993. ISBN 8875732469
Angela Langone, Lucani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2010. ISBN 97 888 7106 571 7,
Vito Teti, Le culture alimentari del Mezzogiorno continentale in età contemporanea, in Storia d'Italia, Annali, vol. 13, L'alimentazione, a cura di Alberto Capatti, Alberto De Bernardi e Angelo Varni, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1998. ISBN 88-06-14786-2
Mario Martone, Proverbi e modi di dire lucani, vol. II, Appia 2 Editrice, Venosa, 2002.
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