Pino Ammendola (1951 – vivente), attore e doppiatore italiano.
- Il doppiaggio ti può dare molto ma tu devi dargli molto! È quello che ho insegnato a mio figlio, ci vuole tempo e soprattutto pazienza!!! Poi bisogna frequentare la sala e passare molto tempo a guardare quelli bravi. Una volta questo era l'unico iter possibile per entrare nel giro, credo di aver fatto un anno di brusii prima di dire la mia "prima battuta".[1]
- Il periodo (circa sei mesi) di doppiaggio in America è stato senza ombra di dubbio uno dei più belli della mia vita!!! Una straordinaria opportunità che mi ha regalato questo mestiere. Che dire sulle analogie o differenze: noi siamo i più bravi doppiatori del mondo!!! Molto bravi sono comunque gli attori stranieri della A.R.A. che si sono adeguati al nostro standard.[1]
- Sicuramente il lavoro del doppiaggio mi ha migliorato, per molti motivi: lo studio inevitabile di come dei grandi attori stranieri risolvano il personaggio (studio che fai senza accorgertene al leggio), poi l'incontro con grandi registi, pensa che io ho doppiato molto per Fellini (anche solo trascorrere la pausa con uno come lui era un grande privilegio) ed infine l’esercizio di "umiltà recitativa" a cui ti costringe il doppiaggio (devi cercare, spesso indegnamente, di copiare un altro) ti fa mantenere i piedi ben piantati per terra. Episodi rimarchevoli ce ne sono tanti in oltre quaranta anni di attività, ma devo confessare in tutta onestà che ho imparato di più (sulla recitazione) da alcuni straordinari (ma non famosi) direttori di doppiaggio che non da conclamati registi.[1]