economista francese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Olivier Jean Blanchard (1948 – vivente), economista francese.
Credo che il Fondo possa giocare un ruolo importante non solo monitorando i rischi sistemici di natura finanziaria ma estendendo la nostra analisi all'intero spettro dell'economia mondiale. Abbiamo un enorme mole di dati a disposizione per fare questo. Credo che il nostro ruolo debba essere quello di farsi trovare pronti ad agire non solo in caso di crisi come è avvenuto recentemente ma in maniera costante. Questo dovrà essere il nostro obiettivo per i prossimi 10, 20, 30 anni.[1]
Da 25 anni Tokyo deve fare i conti con una domanda provata troppo bassa per sostenere il pieno impiego. Di qui una politica monetaria e di bilancio molto aggressiva con un debito che supera il 200 per cento del pil e tassi negativi. [È questa una politica rischiosa?] Certo, ma ha consentito di raggiungere e conservare una situazione di pieno impiego. L'Europa non può non tener conto di questo esempio.[2]
[...] io sono d'accordo al 100 per cento con Emiliano Brancaccio sul fatto che la deflazione non è una soluzione positiva. Quindi, io credo, la soluzione non è a livello nazionale, ma a livello europeo: la Germania deve accettare al suo interno più del 2 per cento di inflazione, in modo che gli altri possano sostanzialmente migliorare la loro competitività senza deflazione. Mi sembra che la Germania in questo momento si stia comportando in un modo che rende molto difficili gli aggiustamenti dell'eurozona.[3]
[...] l'austerity fiscale si traduce in un immediato calo degli investimenti pubblici. E questa è una catastrofe. Credo che si debba dare più margine di manovra ai governi europei. Servono regole per stare insieme, ma le maglie devono essere più larghe, serve più spazio. Per questo penso che vadano cambiati i parametri, penso, per esempio al tetto del debito fissato al 60% del Pil. Se mai ha avuto un senso, oggi non lo ha di certo proprio perché i tassi sono bassi. [...] È molto importante capire cosa viene finanziato a debito. Se i soldi aumentano gli investimenti e rendono produttivo il capitale, allora il tema del debito perde ogni significato.[4]
Sono semplicemente in ammirazione per quello che Mario Draghi ha saputo fare in questi ultimi 8 anni. Con tre parole[5]ha salvato l'Europa dalla tragedia ma sarebbe riduttivo ricordarlo solo per queste tre parole dietro le quali c'è stata una grande preparazione politica e intellettuale altrimenti non sarebbero state credibili. La storia saprà ricordarlo in tutta la sua grandezza.[6]
Uno sforamento del debito pubblico, purché per un buon motivo, non mi impedirà certo di dormire sonni tranquilli.[2]
↑ Da Olivier Blanchard ed Emiliano Brancaccio, Pensare un'alternativa. Dialogo tra Olivier Blanchard e Emiliano Brancaccio, in MicroMega, Un'altra Europa è necessaria, vol. 2, 2019, p. 26. ISBN 9788883717598
↑ Whatever it takes: tutto ciò che è necessario, parole pronunciate da Draghi nel discorso tenuto il 26 luglio 2012 alla Global investment conference di Londra. Cfr. Luciano Capone, "Within our mandate" Le tre parole di Draghi che spiegano perché non sarà la Bce a salvare l'Italia, ilfoglio.it, 23 ottobre 2010. Le parole sono pronunciate nel passaggio: "Within our mandate, within our mandate the E. C. B [European Central Bank] is ready to do whatever it takes to preserve the euro and believe me, it will be enough." (Nell'ambito del nostro mandato, nell'ambito del nostro mandato la B. C. E. [Banca Centrale Europea] è pronta a fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare l'euro, e, credetemi, basterà.) Da (EN)ECB's Draghi to the euro's rescue?, Video disponibile su youtube.com, min: 0:18-0:31.