["Qual è stata la maggiore difficoltà in fase di realizzazione?" (della versione animata di Video Girl Ai)] Credo che siano state le espressioni. Nel fumetto non c'è movimento, per questo motivo la mia più grande difficoltà l'ho avuta cercando di riprodurre cambiamenti brevissimi d'espressione nel corso di ogni vignetta e di ogni scena.[1]
["Da cosa trae ispirazione?" (per i suoi lavori)] Dai film sicuramente, e poi anche dai drama giapponesi e da telefilm esteri, o da conversazioni tra amici. Diciamo che tutto dipende dalla voglia di realizzare una storia, perché di fatto gli spunti si possono trovare praticamente ovunque.[2]
["In tutte le sue opere ricorre anche un elemento ecchi, quant'è importante il nudo nelle storie che scrive?"] In generale non è essenziale, a volte viene fatto più per i fan come su I"s, in altre storie come Video Girl Ai o Zetman non è così importante.[2]
["Quali sono le fonti di ispirazione per l'iconografia dell'eroe?"] La storia doveva essere un confronto tra due persone con background diversi tra loro, che poi s'incontrano; in pratica, sul loro rapporto. Inoltre, si ha la parvenza che io mi sia ispirato ai comics americani, e in effetti i film li guardo, ma i fumetti non c'entrano niente. Mi piace il Batman dell'89, però nella mia storia cerco altro. Il centro sono i personaggi. Quando uscì Zetman uscì anche Batman Begins, e ho scoperto che i due si assomigliavano parecchio. Beh, è un caso e ne sono rimasto stupito anch'io; ma dato che il film è stato un grande successo, in un certo senso sono stato contento che la mia idea così simile risultasse buona.[2]
["Qual è l'opera a cui si sente più legato?"] Mi sento abbastanza soddisfatto di tutte le opere che ho scritto, anche se pienamente soddisfatto di nessuna di esse.[2]
["Per caso, mentre creava Ai, era innamorato?"] No. Di solito, se un fumettista lavora mentre ha questo tipo di sentimenti, poi non è equilibrato. Io preferisco tenere i miei sentimenti a distanza e lavorare con freddezza, così ho la mente più lucida.[2]
["Qual è la sua abituale tecnica di disegno?"] Parto a matita e poi faccio le chine col pennino. I miei manga partono dall'idea della storia, in seguito realizzo il name (lo storyboard). Una volta buttata giù su carta l'idea della storia, la passo all'editor, con il quale decido cosa va bene e cosa no. Se tutto va bene, realizzo la tavola con pennino e retini.[2]
["Quando ha capito di essere diventato un profesionista?"] Quando scrivevo su Jump[3] e mi rendevo conto che ai lettori le mie storie piacevano, mi scoprivo a chiedermi "ah, i lettori magari vogliono vedere succedere questo, e poi anche questo". Ecco, è stato lì che ho pensato che forse stavo cambiando il modo in cui vedevo il mio lavoro.[2]
["In Video Girl Ai ci sono dei riferimenti autobiografici?"] Sì, qualche elemento personale c'è, ma il 90% della storia è inventata. Per inventare una storia parto da qualcosa di reale, ma poi invento quasi tutto. Non mi ricordo molto! Avevo iniziato a parlare di una ragazza che mi piaceva, ma poi ho lasciato perdere...[2]
["Come ha iniziato a lavorare nel mondo del fumetto?"] Tutto nasce alle scuole medie, volevo assolutamente comprare uno stereo, però costava 500.000 yen e non avevo soldi. Venni a sapere di un concorso per aspiranti mangaka il cui premio era proprio di quella cifra! Quando mi misi a disegnare, mi resi conto che il mio desiderio di vincere era molto più grande di quello di comprare lo stereo! Non vinsi il concorso, ma capii che volevo disegnare, allora iniziai a studiare disegno per diventare mangaka.[2]
↑ Dal Teatrino catodico al termine del quarto episodio dell'adattamento OAV (1992) di Video Girl Ai.