regista italiano (1895-1981) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Mario Camerini (1895 – 1981), regista italiano.
Camerini è tornato alla più cameriniana delle formule: ironia e sentimento in quella dosatura così sua e riconoscibile. [...] Nessuno possiede come lui l'arte così difficile del mezzo tono, del detto e del non detto, e l'arte ancor più difficile di prendere in giro i propri personaggi senza renderli odiosi o almeno antipatici. Vero umorista dunque, anzi l'unico umorista del nostro cinematografo, se per umorismo deve intendersi ciò che si è sempre inteso, e cioè la descrizione delle debolezze umane, ma senza acrimonia, anzi con comprensione e simpatia cordiale. Il signor Max ha le sue debolezze, e il mondo nel quale capita [quello degli aristocratici e degli snob] come un pesce fuor d'acqua ha le sue, e tutti hanno le loro; ma Camerini ci passa sopra un obbiettivo sorridente e, in limiti del possibile, tollerante, e il risultato è un film amabile e di tinta giusta, anzi di mezza tinta, la classica mezza tinta di Camerini. (Sandro De Feo)
Camerini è un regista che si è sempre salvato dal mare delle tentazioni e dei lenocini e ora invece [con Centomila dollari] ci casca anche lui a piedi uniti. [...] Di Camerini ci sono piaciuti quei suoi film "fatti in casa", buoni, con personaggi umili e discreti, vaganti in appartamenti di tre camere e cucina, presi in lacci amorosi scioglibili presto e con poca spesa. (Ennio Flaiano)
I film di Camerini sono impeccabili, sempre. [...] Le sue sceneggiature non fanno una grinza; tutto scorre via limpido e chiaro e la vicenda convince come se la avessimo vissuta noi stessi [...]. Oseremmo [...] dire che se Camerini sbaglia, sbaglia proprio quando, [lui] il regista "in punta di piedi", [...] poggia in terra tutto il piede, con tutta la forza del corpo. (Paola Ojetti)
Incomparabilmente più dotato dei suoi colleghi, Mario Camerini è – anche – più brusco e polemico. Egli prende le difese degli umili, dei disoccupati, della gente che soffre e lavora; non fa mistero del suo disprezzo per i privilegiati, gli abbienti, gli oziosi. Lo straordinario è, che tali idee egli esprime con impaziente candore, non instaurando una dialettica fra opposti (se ne stia da una parte il malvagio ed il buono dall'altra!): ma poi, di questo schema manicheo, facendo un uso svagato e cortese, troppo convinto della sua ragionevolezza per indursi ad esasperarne i colori. (Francesco Savio)
Mario Camerini, il più importante regista degli anni Trenta [...] non soffrì affatto di trovarsi fanale di coda nella ripresa del dopoguerra, dopo essere stato nel passato un grande innovatore. Era un uomo di rara simpatia e dirittura morale. (Suso Cecchi D'Amico)
Non v'è film di Camerini che non riveli animo e intenzioni d'artista; anche prescindendo dai risultati, non sapremmo quale miglior lode formulare per chi dedica la sua vita al mondo dello schermo, un mondo che non è sempre dominato dalle ragioni dell'arte. (Mario Gromo)
Ora la Miranda sta interpretando la figura di Nennele, in una riduzione di Come le foglie diretta dal Camerini; e il Camerini non è regista da seguire i suoi interpreti con diffidenza. Li aiuta, con molta intelligenza. Con i suoi suggerimenti, vedremo quasi certamente una Miranda nella sua più vera luce. (Mario Gromo)
Si è d'accordo nel riconoscere in Camerini un ottimo direttore italiano, capace di dare un film [come T'amerò sempre] decoroso e simpatico, non volgare e non raffinato, buono per il grosso pubblico e accettabile anche dalle povere minoranze. Io, per mio conto, credo che egli potrebbe dare qualcosa di più: c'è in lui una finezza, una gentilezza direi, che pochi mestieranti d'altri paesi hanno. Certe cose egli le vede non solo con abilità e calcolo, ma anche con amore: in taluni momenti la sua sensibilità si raggira fino al ritmo poetico e alla giusta misura [...]. E allora? Allora [...] non sarà proprio possibile conciliare le due cose, quel tanto d'istinto artistico che Camerini ha e il "genere" da cui si sente irresistibilmente attratto? (Nicola Chiaromonte)
Tutta la verità, per Camerini, il calore e il dolore della vita risplendono, con limpida schiettezza, nel sorriso e nelle lacrime dei semplici, degli indifesi. Non so perché si è scritto tanto spesso che il suo cinema è piccoloborghese. Sotto la superficie appena increspata dei suoi minimi drammi e commedie, c'è una rabbia per nulla accomodante, una tensione, se volete, "radicale". (Francesco Savio)