Intervista di Lorenzo Buccella, su Pardo.ch, 7 agosto 2016.
La fortuna per un attore che si è formato a teatro è proprio quella di essere spronato a cimentarsi in ruoli sempre diversi, a differenza di quanto succede al cinema e ancor più nella televisione di oggi, dove invece molto spesso si è chiamati a ricoprire delle tipologie fisse.
Non penso che uno cambi il proprio modo di recitare a seconda delle categorie in cui viene impiegato.
Non mi sento di appartenere a quella categoria di attori che si identificano in modo totale con il loro personaggio. Con i miei personaggi ho sempre mantenuto una distanza controllata in senso brechtiano.
Aver lavorato con Sam Peckinpah in Major Dundee è stata un'esperienza drammatica che mi ha fatto capire come l'America non potesse essere una delle mie terre più amate.
Mi sembrava assolutamente improbabile, se non addirittura impossibile, che dopo l'esperienza terribile del nazionalsocialismo in Germania potesse tornare a esistere ancora qualcosa di simile ai neonazisti.