Marco Missiroli (1981 - vivente), scrittore italiano.
- Rimini è un vortice dorato, posto che non vorresti mai lasciare, e ha in sé una prospettiva di vita grassa. Lì si è abituati a traversare l’esistenza in un contesto di tradizione intelligente, in una collaborazione agiata con la famiglia.
- [...] a Rimini vivi l’agio della provincia facendo il minimo sforzo.
- Se esci dalla tua cornice di comfort, ci sono sempre delle proteste da parte di chi hai vicino.
- [...] la scrittura per me implica già una forma di accudimento estrema. [...] Un lavoro del genere mi richiede un accudimento che assorbe tante energie. E se devi pure pensare a un figlio, di tempo e forze ne hai meno.
- [...] o chi fa letteratura non dovrebbe far figli, o in chi fa libri i figli causano l’espansione del cuore: la fatica di accudirli allarga il tuo spettro sentimentale, il ché porta a scrivere meglio.
- Anche alla morte di un genitore non smettiamo di essere figli. E anzi, da orfani capita spesso di cercare nel mondo quell’amore lì.
- Io credo si diventi padri man mano, non nel momento in cui si vede il figlio la prima volta.
- L’unico screzio che ho avuto con Carrère fu su questo: gli chiesi come facesse a scrivere avendo una figlia piccola, e mi rispose che c’entra la scrittura con mia figlia? Mi disse che poteva ancora prendere un aereo, andare in Thailandia e rimanere lì per mesi a scrivere, con la figlia a Parigi. Non lo concepivo.
- Tornando a Rimini, e credo si possa dire di tante provincie - chi vive in città diverse da quelle di nascita lo sa -, le primissime sere sono sempre dedicate ai vecchi amici.
Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l'utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze. – E i pompini.[1]
Citazioni
- [...] c'è qualcosa che conta più della bellezza, della sensualità e del potere. È la purezza. Nessun uomo, e nessuna donna, riuscirebbe a desistere davanti alla possibilità di far proprio un candore.
- L'osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
- Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli, 2015.