[Sul Gran Premio di San Marino 1987] Ero partito penultimo, proprio malissimo! Mi misi lì di buona lena, recuperai tantissime posizioni, però il Reggio [Loris Reggiani, nde] con l'Aprilia aveva preso margine. Quella tra l'altro fu anche la prima vittoria dell'Aprilia nel Mondiale. Fu una gara mitica. Ricordo che ne avevo passati tantissimi, quando mi diedero la bandiera a scacchi mi rammaricai: "Ma no! Ne devo prendere ancora un altro!" [ride]. Fu comunque una bella gara, una rimonta incredibile.[1]
[«Che pista era quella di Misano?»] Bellissima! Si girava al contrario rispetto a oggi e c'era questa serie di curvoni che venivano fatti in accelerazione dal Carro al Tramonto. Adesso vengono fatti quasi in fase di rallentamento, mentre prima era una continua accelerazione fino al curvone finale che ti immetteva sul rettilineo. Era una roba tosta! Ho dei ricordi piacevoli nella versione "vecchia". Su questa nuova configurazione ho girato, ho fatto qualche prova per divertimento, e comunque devo riconoscere che è una bella pista anche adesso.[1]
Nessuno potrà sostituirlo, Rossi non è clonabile, non è replicabile. Non dico per il suo talento in sella, che è enorme. Dico per il carisma, per la capacità di essere personaggio oltre la bandiera a scacchi. Rossi è stato un comunicatore straordinario e ha usato la notorietà per fare del bene all'intero motomondiale. Forse solo il povero Simoncelli avrebbe potuto suscitare le stesse emozioni tra la gente comune. Purtroppo il destino ha deciso diversamente.[2]
Il tempo è l'unico avversario da cui un pilota accetta di essere sconfitto senza rimanerci troppo male.[3]
Intervista di Serena Zunino, motosprint.corrieredellosport.it, 31 dicembre 2021.
[«Luca, cosa aveva di speciale la 250?»] La moto era veramente molto equilibrata. Perciò il peso, le dimensioni e la potenza creavano un mezzo che davvero consentiva di essere sfruttato al 100%. Era una combinazione veramente incredibile. [«Cosa insegnava nello specifico?»] A essere puliti nella guida, e questo veniva abbastanza naturale. Non si poteva guidare "sporco", anche perché soltanto con un certo stile di guida potevi sfruttare la 250.
[«Quale vittoria con la Honda ti ha dato più gusto?»] Quella di Suzuka nel 1992. Aveva piovuto tutto il weekend e continuava a piovere, e avevamo dei problemi con la gomma anteriore. La Michelin quell'anno non aveva portato gomme specifiche per la 250, ma all'anteriore usavamo una gomma fatta per la 500. Questo mi aveva creato qualche problema perché il pneumatico non si scaldava, e a un'ora della gara andai dal responsabile della Michelin a chiedere se c'era una gomma dell'anno prima. Sapevo che non potevano non portarla. [«E avevi ragione?»] Sì, e riuscii a partire con questa gomma, che non avevo usato durante le prove. Scattai dal diciannovesimo posto e nonostante questo trionfai grazie a una bella rimonta. Fu una cosa straordinaria. Ricordo che al box erano tutti in lacrime, fu una vittoria inaspettata.
[«[...] qual è stato l'avversario più forte nella quarto di litro?»] Quando arrivai in 250, Lavado era il campione in carica ed era colui che aveva più talento in assoluto. Quando lo trovavo in prova pensavo: "Adesso vado a prenderlo" e magari passavano due giri e non riuscivo a guadagnare un metro. Invece con tutti gli altri, quando li volevo andare a prendere ce la facevo. Per me Lavado era davvero qualcosa di straordinario per la sua velocità.
Luca Cadalora, quando aveva la moto a punto, vinceva, ma se non aveva la moto a posto, non vinceva. (Jan Witteveen)