Sì, sì, di' pure allo stalliere di non toccarti. Lui sporca il tuo bel vestito, ma chi sporca il tuo cuore? Non Heathcliff. Chi ti trasforma in una sciocca, piccola vanesia? Edgar Linton. Tu non lo amerai mai, ma ti lasci amare da lui perché questo fa piacere alla tua vanità. (Heathcliff)
Se ti amasse con tutto il suo cuore per una vita intera, non ti amerebbe quanto me in un solo giorno. Né lui né il mondo, e neanche tu, Cathy, potete frapporvi tra noi. (Heathcliff)
Cosa ne sa del cielo e dell'inferno, Cathy, chi non sa nulla della vita? Stanno pregando per te. Ma io dirò una sola preghiera e la ripeterò finché avrò vita per farlo: Catherine Earnshaw, che tu non abbia mai pace finché io sia vivo. Io ti ho ucciso e tu ritorna, ritorna a ossessionarmi. So che gli spiriti possono tornare sulla terra. Sii con me per sempre, prendi qualunque aspetto, rendimi pazzo, ma non lasciarmi solo in queste tenebre dove non posso più trovarti. Non posso vivere senza la mia vita, non posso morire senza la mia anima. (Heathcliff)
Citazioni in ordine temporale.
Lockwood: Vede, avevo sognato, mi era parso di sentire una voce, e mentre mi accingevo a chiudere le imposte, qualcosa mi ha afferrato, qualcosa di freddo, come una mano gelida. E poi l'ho vista: era una donna, ma forse è stata solo un'allucinazione, forse la neve che cadeva fitta le dava l'aspetto di un fantasma. Non era niente. Ellen: No, era Cathy. Lockwood: Chi è Cathy? Ellen: Una ragazza, morta. Lockwood: No, io non credo agli spiriti, non credo ai fantasmi che gemono nella notte. Ellen: Povera Cathy. Lockwood: Non credo che la vita ritorni e che i morti possano chiamare i vivi. Non ci credo. Ellen: Ma forse, se le raccontassi la sua storia, si convincerebbe che i morti possono tornare, forse anche lei capirebbe come me che c'è una forza che li riporta indietro, se in vita il loro cuore era folle e selvaggio.
Ellen: Com'è bella, signorina Cathy, stupenda! Cathy: È una sciocca bugia, Ellen. Io non sono bella, ma sono molto intelligente: ho un cervello di prim'ordine. Ellen: È vero. Cathy: Che mi permette di essere superiore a me stessa. Non serve a nulla essere graziose e basta come Isabella. Ogni neo di bellezza deve nascondere un pensiero e ogni ricciolo dev'essere pieno di spirito, non solo di profumo.
Isabella: Oh, ma è un valzer! Heathcliff, balliamo? Potremo restare abbracciati senza che nessuno dica niente: il valzer è così. Heathcliff: Ed è così che ballano gli zingari. Mi sorprende una danza simile in una casa tanto rispettabile. Isabella: Sì, papà dice che questo ci porterà alla rovina e ci trasformerà tutti in dissoluti.
Lockwood: Era morto? [Il dottor Kenneth annuisce] Ellen: No, non era morto, dottor Kenneth. E non era solo. È con lei. E hanno appena cominciato a vivere. Addio, Heathcliff. Addio, mia dolce e selvaggia Cathy.
La selvaggia potenza del romanzo della Brontë è un po' troppo addomesticata. Gli sceneggiatori ne hanno impoverito l'intensità e attutito il romanticismo gotico, ma il film rimane egualmente memorabile. Robusta interpretazione di Olivier. (il Morandini)