Ioanna Karistiani (1952 – vivente), scrittrice e sceneggiatrice greca.
Intervento al Festivaletteratura di Mantova, in Foro ellenico, n. 4, anno X, 2008, puntogrecia.gr
- La parola "thàlassa"[1]possiede la freschezza di un mazzo di anemoni di mare tenuto in mano. Essa schiocca come la piccola vela bianca di una barchetta sospinta dal meltemi. La parola "thàlassa" è un sussurro azzurro nell'orecchio. È un boccone azzurro che suscita la voglia di viaggiare, nel macrocosmo e nel microcosmo di ciascuno di noi, travolto dalla tempesta della mente, del pensiero e delle fantasticherie.
"Thàlassa" è una parola levigata, che accompagna con il suo ritmo lo swell dell'onda muta che percorre l'esistenza di ciascuno. (p. 13)
- Da anni sono convinta che la lingua materna di ciascuno sia la sua geografia più inattingibile, la sorgente più inesauribile, un Paese senza mura abitato sia da quanti posseggono tre lauree sia da coloro che hanno frequentato soltanto la prima elementare; un Paese ospitale nei confronti sia dei passanti sia degli stranieri. (p. 14)
- La lingua materna, ne sono convinta, raccoglie e codifica secoli di esperienze sociali, travasa la memoria di generazione in generazione, è il gesto più generoso e il patrimonio più ricco che il gruppo trasmette al singolo, l'universo più segreto di ciascuno di noi, un diritto umano fondamentale.
Continuare a conculcare questo diritto significa conculcare la libertà, la coscienza, il valore dell'individuo, ma anche condannare a una insopportabile solitudine. (p. 15)
- ↑ Θάλασσα: mare, di genere femminile in greco.