Qui non finisce perché arrivano gli italiani, qui arrivano gli italiani proprio perché è finita. (Colombo)
Per quello che me ne frega a me... [si mette a origliare alla porta] (Perpetuo)
D'altra parte, io come lo crescevo? Lo mandavo alla caccia alla volpe, lo allevavo tra servi e carrozze, lo facevo diventare come il conte Ottavio... un imbecille. (Contessa)
I figli so' diversi, e noi, invece d'esse' contenti che non ce somigliano, li volemo fa' diventa' come noi che, poi, manco se piacemo. (Colombo)
Non vorrei influenzare le vostre libere decisioni. Ora, a voi il giudizio. Chi si pronuncia per la pena di morte risponda "sì", chi è contrario risponda "no"... e che Dio lo perdoni. (presidente del tribunale)
Sembra ieri che i leoni ce se magnavano ar Colosseo! [alludendo all'età media dei giudici del tribunale] (Colombo)
Voi, magari, ve credete che stamo ancora qui a giudica' Giordano Bruno ma, quando cambiano i tempi, ottimi padri, cambia il modo di vedere le cose, e cambia anche la morale sulla quale si fonda la legge. (Colombo)
Il concetto di colpa e di innocenza che c'hanno loro, ormai è diverso dal nostro. Noi crediamo ancora nell'obbedienza, e loro credono nelle bombe. È certo che c'hanno torto, ma mica è detto che per questo c'avemo ragione noi. (Colombo)
Giovanotti, a Roma c'è la guerra, è inutile che se lo nasconnemo. E qui so' zompati per aria ventitré soldati di un esercito che, siccome è er nostro, ce po' pure dispiace', ma sapete chi è stato a falli zompa'? [...] soldati di un altro esercito che non è il nostro, un esercito in borghese. Ma stiamo attenti, eccellentissimi padri, ché quando un esercito è in borghese, è un esercito di popolo, e cor popolo, ce se sbatte sempre er grugno. (Colombo)
Fratelli, semo vecchi... c'avemo l'ore contate. Volemo fa' 'na bona azione, prima de mori'? Una sola: mannamo er boja in pensione e chiudemo in bellezza. (Colombo)
Adesso, me spari o non me spari, nun me ne frega più niente, perché già m'hai sparato. (Colombo)
Se rivedemo a Roma. Ce pensi? Senza preti e senza Papa! (Teresa)
[ai gesuiti] Sempre più allegri voiartri, eh? (Colombo)
I ribelli morono sempre a vent'anni, pure quanno nun morono. (Colombo)
[rifiutando la comunione al generale dei gesuiti] No. A voi no. (Colombo)
Don Marino: Sono tutti così [i giovani ribelli]. Di fuori sono angeli e di dentro sono demonî, eccellenza. Non sono come noi... Colombo: ...che semo demonî dentro e fori.
Colombo: Ma come po' esse tutta 'sta cattiveria che ve portate dentro e de fori non se vede? Ma che c'avete? Cesare: Ve posso risponde' co' 'na domanda? [...] Voi chi siete? [...] Voi, i preti, il Papa Re, che rappresentate? Colombo: Diciamo... il potere? Cesare: Sì, ma un potere che non esiste più. Voi farete pure questo processo per l'attentato alla caserma, ma in nome di quale legalità? In nome de che? Colombo: In nome del Papa Re. Cesare: Appunto. Perciò sapete che succederà in aula? Colombo: No, nun lo so, dimmelo te. Cesare: Che l'accusati diventeranno accusatori, e se rovesceranno le carte sur tavolino de la Storia. Colombo: Embè, interessante, però non hai carcolato una cosa: er mazzo 'o famo noi, c'avemo tutti l'assi e, quanno nun ce l'avemo, baramo pure.
Colombo: Lo sapete [...] dove vorrebbe anna' vostro figlio? Sur patibolo. Contessa Flaminia: Perché è pazzo! Colombo: E che vor di' "pazzo"? Nun dovete da' una risposta che nun significa gnente. Voi me dovete solo di' chi è uno che a vent'anni vo' mori' mentre noi, all'età nostra, semo ancora attaccati alla vita come ostriche. Anzi... come cozze.
Teresa: Ma voi 'n ve la dovete pija. Er fatto è che, la prima volta che me so' dovuta difende' da un prete, c'avevo diec'anni. Colombo: E io, l'ultima volta che me so' dovuto difende' da 'na donna, ce n'avevo cinquanta. A more', la vita è 'na lotta!
Colombo: Cesarino? Cesarino? [non risponde] Ce stai, fijo? Cesare: Nun me chiamate fijo, sinnò ve do 'n carcio in bocca! Colombo: Ce sta.
Colombo: Questo che è? Cesare: È abbacchio. Colombo: Sì ma, ne la fattispecie, che è? Cesare: Beh... è grazia di Dio. Colombo: Ecco. Tu ce stai in grazia de Dio? No! E allora me lo magno io!
Colombo: Io nun ci credo più. Giudice gesuita: Non credi più? Ma come? Hai perduto la fede? Colombo: Ma che fate er gesuita con me? Voi avete capito benissimo in che non credo più.