Il tempo è un gran maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi allievi.[1]
Mio Dio, abbiate ancora un po' di pazienza. Si prenderanno dei provvedimenti. D'altronde si parla di voi per la croce.[2]
Quando le sue sofferenze erano ancora tollerabili, Chopin si mostrava di una bonomia maliziosa che dava un irresistibile fascino ai suoi rapporti con gli amici. Nella conversazione portava quell'humour che fu la grazia principale e il carattere essenziale del suo raro talento.[3]
Quando Meyerbeer nella sua Resurrezione delle Monache volle trovare un timbro pallido, freddo, cadaverico, l'ottenne nei deboli suoni di mezzo del fagotto.[4]
Vi sono tanti tipi di amore! Quello ch'io sento è il vero grande amore poetico; l'ho riconosciuto dal primo giorno, e non v'è nulla di più bello; e con l'entusiasmo dell'arte non v'è altra divinizzazione del cuore umano: il mondo allora s'illumina, gli orizzonti diventano immensi, tutta la natura si colora e vibra d'armonie senza fine, e si ama finalmente!... si ama![2]
A Parigi, chiunque ascolti questa sinfonia suonata dall'orchestra di Berlioz non riesce a credere di assistere a una meraviglia mai sentita prima. (Richard Wagner)
La maniera di Berlioz è d'impiegare i grandi mezzi per produrre grandi effetti. La sua musica, che vuol esprimere troppo, ha spesso bisogno di commentarii. L'esempio di Beethoven, che egli invoca, non giustifica agli occhi del più gran numero le sue stranezze. (Francesco Regli)
Lo scopo di Berlioz era di dare alla musica tutta la potenza espressiva della poesia, e di dipingere tutto mercé gli effetti. Egli non si preoccupava per nulla della melodia. (Francesco Regli)
↑ Da Almanach des Lettres Françaises et Étrangères, ristampato in Larousse des Citations Françaises et Étrangères, Paris, Larousse, 1976, p. 68; citato in Paul Davies, I misteri del tempo, Oscar saggi, Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1997, p. 236. ISBN 88-04-42736-1
1 2 Da Memorie, a cura di Olga Visentini, Edizioni Studio Tesi, 1989.
↑ Citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, Milano, 1943.
↑ Citato in Ebenezer Prout, Strumentazione, versione italiana di Vittorio Ricci, Ulrico Hoepli, Milano, 19012, cap. III, p. 61.