periodico mensile sportivo italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Citazioni sul Guerin Sportivo.
[Nel 1989, «è vero che lei – così schivo, così riservato – ha persino "condizionato" le sorti del giornale per il quale scrivo?»] Credo più modestamente di avere aiutato l'allora direttore Italo Cucci a impostarlo in un certo modo. Ricordo una sera del giugno '75, a Mosca. Dopo una partita con l'Unione Sovietica persa per uno a zero, mi ritrovai a cena con Italo. Sul tavolo, tanta vodka e tantissima franchezza. Gli suggerii di andare controcorrente, di evitare le polemiche che riempivano i quotidiani [...]. Cucci la pensava come me e raccolse volentieri il mio invito. Nacque un giornale "pulito", che esaltava la parte sana dello sport: ebbe successo. (Dino Zoff)
[Nel 1994] Il «Guerino» è il più antico settimanale sportivo italiano. La sua storia è andata di pari passo con quella dello sport italiano, del quale ha scandito momenti felici e non, vicende grandi e piccole. Sulle sue pagine hanno scritto, o sono nati, i migliori giornalisti italiani e si sono formate intere generazioni di sportivi. L'Albo dei Direttori è ricco di grandi nomi, da Emilio Colombo a Gianni Brera. Dirigerlo è motivo di orgoglio e di stimolo [...]. Il fatto è che il «Guerino» è un giornale diverso dagli altri, pur nobili o potenti. Per chi lo legge, o lo redige, è una fede. Non esiste, in Italia, una identificazione così intensa, totale, viscerale tra giornalisti, lettori e testata, come nel «Guerino». Chi lo crea, lo vive; chi lo legge, lo sente suo. Negli anni, tutti noi dell'ambiente abbiamo osservato, quasi con invidia, questo rapporto che è esaltante ma anche impegnativo. Non basta esercitare con professionalità il proprio lavoro; ci vogliono anche amore, tenerezza, passione. (Domenico Morace)
[Nel 2016] Il Guerino profuma di buono, di pulito, di intelligenza. [...] Questo giornale è sopravvissuto a due guerre mondiali, a una dittatura, alla monarchia sabauda, a una settantina di governi ed è sopravvissuto prima di tutto all'imbarbarimento della critica sportiva, sempre più faziosa e partigiana. Sono gli stessi anticorpi che hanno consentito al giornale di esistere dopo i suoi fondatori e l'addio di Carlin, dopo l'epopea letteraria di Brera e del conte Rognoni. Il Guerino [...] è più forte di tutto, di tutti. (Matteo Marani)