Goliarda Sapienza (1924 – 1996), attrice e scrittrice italiana.
Ed eccovi me a quattro, cinque anni in uno spazio fangoso che trascino un pezzo di legno immenso. Non ci sono né alberi né case intorno, solo il sudore per lo sforzo di trascinare quel corpo duro e il bruciore acuto delle palme ferite dal legno. Affondo nel fango sino alle caviglie ma devo tirare, non so perché, ma lo devo fare. Lasciamo questo mio primo ricordo così com'è: non mi va di fare supposizioni o d'inventare. Voglio dirvi quello che stato senza alterare niente.[1]
- Maria Giudice, virgola, la madre di Goliarda Sapienza. Da quando la figlia è diventata molto più famosa di lei, anche a Maria è toccata la sua fetta di celebrità. Ma quanto ingiustamente limitata e di deriva per un'attivista politica, sindacalista, arruffapopolo, dirigente di partito, giornalista e pure maestra, che con la sua vita spericolata, difficilissima, perseguitata, ha contribuito a scrivere la Storia d'Italia, e delle donne in particolare. (Sandra Petrignani)
- Peppino è un vedovo con tre figli a carico, dai nomi che la dicono lunga sulle sue inclinazioni politiche: Goliardo (che muore molto giovane), Libero e Carlomarx. Più altri illegittimi sparsi per il mondo... E siccome la prolificità s'accompagna a queste vite esuberanti, ecco che con Maria (che nel frattempo ha chiamato a vivere con sé nella casa dell'avvocato tutti i suoi figli) ne produce altri tre: ma due muoiono e ne resta una sola, Goliarda, la più amata, l'unica per la quale Maria Giudice è stata una madre normale, l'unica che vede davvero crescere e a cui si affeziona moltissimo in un rapporto addirittura simbiotico. (Sandra Petrignani)
- Fu sempre impregnata di catanesità. Figlia di madre [Maria Giudice] per l'ideologia, è il genitore [Giuseppe Sapienza] che le istilla l'amore per il teatro affidandola ad Angelo Musco col quale recita a 14 anni. A Catania l'ho riportata io nell'ultima parte della vita. La ferita che l'aveva indotta a non tornare più era lo sventramento di San Berillo e della Civita: quartieri della sua infanzia.
- Il padre poi le faceva leggere ad alta voce le testimonianze contro i suoi assistiti. Pare che dal tono della voce, Goliarda bambina riuscisse ad accorgersi di quanto contenevano di vero e di falso.
- L'arte della gioia è piena di citazioni stilistiche. Ancora nessuno studio stilistico, narratologico. Goliarda è come sepolta in un'arca del '900, tira calci e vuole essere liberata. Dopo letteratura femminista e gender studies, è ora di cominciare ad affrontare la scrittrice tout court. Scriveva da donna ma non voleva riferirsi solo alle donne.
- Voleva donare alla letteratura un personaggio femminile che secondo lei mancava. Voleva fare gli anti-Promessi sposi.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937