Prendo la penna per richiamare alla mia memoria gli avvenimenti ai quali presi parte durante il brevissimo tempo del mio ministero, per rendere conto a me stesso della condotta da me tenuta, per esaminare la mia coscienza, per affidare alla carta il cumulo dei pensieri che m'ingombrano la mente, per sfogare il cordoglio che mi preme, e per cercare di trarre dal passato qualche ammaestramento per l'avvenire. Non m'imporrò quindi nessun freno, nessuna regola, non studierò la forma, né l'ordine: scriverò come quando parlo meco stesso, pensando.
Durante i dieci mesi di comando in Abruzzo io ebbi l'occasione di manifestare apertamente al Re i miei principii; io riponeva la salvezza della Dinastia e del paese: 1º nella pronta, completa, sincera attuazione del concesso Statuto; 2º nella conclusione della Lega Italiana; 3º nella riorganizzazione dell'Esercito su migliori basi, e su ben intesi metodi di severa, ma giusta disciplina. Scelto a Ministro, io era autorizzato a credere che il Re volesse unirsi a queste mie convinzioni, e che, per conseguenza, avrei avuto il suo appoggio. Io ebbi invece a lottare sin dal primo giorno con una opposizione talora occulta, talora palese, che non veniva direttamente dalla sua persona, ma fu da lui talvolta tollerata, tal altra consentita. (p. 18)
Di fisico robustissimo Pianell non poteva comprendere come altri si stancasse, e ciò sa bene chi lo seguì a piedi, a cavallo, in carrozza e chi ebbe a collaborare nel suo ufficio. In certe cose pareva una macchina: tanto era metodico e preciso! l'ordine che dagli altri esigeva, lo sapeva anche tenere per sé. Questa minuziosità sarebbe sembrata certamente una negativa del talento a chi si figura l'uomo d'ingegno scapigliato, negletto, distratto; non a chi è noto che il genio è ordine e pazienza (Buffon). (Gian Giacomo Felissent)
Il Pianell era, dopo il vecchio principe di Satriano Fialangieri[1], la maggiore capacità militare dell'ex-Reame di Napoli, nei tempi dell'ultimo Borbone: distintosi già nella campagna di Sicilia del 1848-9, aveva adempiuto con intelligenza e ferma volontà parecchi incarichi gravi e difficili. (Benedetto Croce)
↑ Carlo Filangieri (1784 – 1867), generale e politico del Regno delle Due Sicilie.