ex politico italiano (1937-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Giuseppe Pisanu (1937 – vivente), politico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
Il mito di Ciruzzo 'o milionario è finito lì dove doveva finire: in galera. Le forze dell'ordine stanno vincendo la partita contro la camorra. Non possiamo dire di averla sgominata ma l'abbiamo fortemente ridimensionata. La criminalità, nel napoletano, gode innegabilmente di un consenso sinistro e di complicità che trovano più di una spiegazione, ma nessuna giustificazione.[1]
Angelo Panebianco ha ragione, quando sul Corriere punta il dito, più che sulla corruzione dei partiti, sull'infezione mafiosa in vaste zone della comunità meridionale. Un'infezione che investe pesantemente l'economia, la società e le istituzioni del Mezzogiorno.[2]
Da sola questa maggioranza non è più in grado di evitare il tracollo.[3]
I criminali rivelano una straordinaria capacità di entrare nella società e nelle istituzioni. Nel Sud questo avviene in forma particolarmente aggressiva nei confronti della pubblica amministrazione. Prima con la Cassa del Mezzogiorno, poi con i fondi europei, il meccanismo di intervento pubblico ha favorito la frammentazione delle iniziative e la dispersione delle risorse. Le amministrazioni regionali e comunali – deboli, prive di capacità progettuale e visione unitaria dello sviluppo – sono diventate preda facile delle organizzazioni criminali, che hanno invaso l'economia e influenzato a loro favore le decisioni.[2]
Il federalismo richiede amministrazioni locali efficaci e trasparenti; se invece sono fragili, il potere decentrato sarà più democratico, ma anche più vulnerabile. Quando Panebianco propone di commissariare tutto, un po' esagera, ma esprime un contenuto di verità.[2]
Le mafie costituiscono [...] la principale causa e il principale effetto del mancato sviluppo di gran parte del Mezzogiorno.[2]
Le mafie hanno avuto origine nel Sud, ma da almeno quarant'anni hanno risalito la penisola, si sono insediate nel Nord – dove il grado di sofisticazione della presenza mafiosa è molto più elevato e quindi molto più difficile da scoprire – e hanno esteso le loro attività all'Europa e al resto del mondo. Le organizzazioni italiane sono funeste protagoniste della globalizzazione del crimine: anche i cartelli della droga tendono ad adottare i modelli organizzativi delle nostre mafie.[2]
Le quattro regioni più direttamente investite dalle mafie – la Sicilia con Cosa Nostra, la Calabria con la 'ndrangheta, la Campania con la camorra, la Puglia con la sacra corona unita – sono anche le quattro regioni più povere e disperate d'Italia. I criminali esercitano il potere grazie all'assenza di mercato e di fiducia: le mafie controllano il mercato, attraverso il racket, l'usura e la proprietà stessa delle aziende, e puntano sulla mancanza di fiducia dei cittadini nelle istituzioni, sul decadimento dello spirito pubblico.[2]