calciatore nordirlandese (1946-2005) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
George Best (1946 – 2005), calciatore nordirlandese.
Alcune cose me le sono lasciate sfuggire[1]... Miss Canada, Miss Regno Unito, Miss Mondo...
I used to go missing a lot: Miss Canada, Miss United Kingdom, Miss World.[fonte 1]
[Riferito alle donne] Che cosa ci posso fare se mi saltano addosso?[fonte 2]
[Su Cristiano Ronaldo] Ci sono stati vari giocatori nel corso degli anni segnalati come il nuovo George Best, ma questa è la prima volta che è stato un complimento per me.
There have been a few players described as the new George Best over the years, but this is the first time it's been a compliment to me.[fonte 1]
Era il 1976, si giocava Irlanda del Nord – Olanda. Giocavo contro Johan Cruyff, uno dei più forti di tutti i tempi. Al 5° minuto prendo la palla, salto un uomo, ne salto un altro, ma non punto la porta, punto il centro del campo: punto Cruyff. Gli arrivo davanti gli faccio una finta di corpo e poi un tunnel, poi calcio via il pallone, lui si gira e io gli dico: 'Tu sei il più forte di tutti, ma solo perché io non ho tempo.'[fonte 3]
Ho sentito raccontare molte leggende ai bambini. Alcune di queste riguardavano me.[fonte 4]
Ho smesso di bere, ma solo quando dormo.
I've stopped drinking, but only while I'm asleep.[fonte 5]
I spent a lot of money on booze, birds and fast cars. The rest I just squandered.[fonte 6]
Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita.
In 1969 I gave up women and alcohol – it was the worst 20 minutes of my life.[fonte 7]
Non è possibile spiegare cosa significhi segnare un gran gol a qualcuno che non ci sia mai riuscito. Qualche anno fa dissi che se mi avessero dato la possibilità di scegliere tra segnare un gol al Liverpool da ventisette metri, dopo aver saltato quattro uomini, e andare a letto con Miss Mondo, sarebbe stata una scelta difficile. Per fortuna, ho avuto entrambe le cose e soprattutto, una di queste cose l'ho ottenuta davanti a cinquantamila persone.
You just can't explain what it's like to score a great goal to someone who's never done it. I said years ago that if you'd given me the choice of going out and beating four men and smashing a goal in from thirty yards against Liverpool or going to bed with Miss World, it would have been a difficult choice. Luckily, I had both. It's just that you do one of those things in front of fifty thousand people.[fonte 8]
[Su David Beckham] Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molto. A parte questo, è a posto.
He cannot kick with his left foot, he cannot head a ball, he cannot tackle and he doesn't score many goals. Apart from that he's all right.[fonte 9]
Non sono mai stato in spiaggia, per arrivarci dovevo passare davanti a un bar e mi sono sempre fermato prima di raggiungere l'acqua.[fonte 10]
Quando me ne sarò andato, la gente dimenticherà tutta la spazzatura e ricorderà solo il calcio. Se una sola persona pensa che io sia il miglior giocatore al mondo, questo è abbastanza per me.
They'll forget all the rubbish when I've gone and they'll remember the football. If only one person thinks I'm the best player in the world, that's good enough for me.[2]
Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé.
If I'd been born ugly, you'd never have heard of Pele.[fonte 1]
Una volta dissi che il Q.I. di Gazza era inferiore al suo numero di maglia e lui mi chiese: "Che cos'è un Q.I.?"
I once said Gazza's IQ was less than his shirt number and he asked me: "What's an IQ?"[fonte 1]
Per quanto riguarda il bere, non è che avessi davvero intenzione di smettere. In effetti era più o meno il contrario. Invece che cercare la soluzione ai miei problemi di stomaco in una confezione di medicinali, la cercavo in una bottiglia di brandy. [...] Ora avevo iniziato a berne sempre di più. A volte cominciavo appena sveglio, oltre naturalmente all'autobotte di vino che mi ingollavo ogni giorno. E naturalmente più bevevo, meno sentivo il dolore. Così, con la tipica logica da alcolista, non avevo dubbi: più alcol = meno dolore. (p. 13)
Il livello del Gamma GT, un enzima del fegato che dà l'indicazione più chiara dei danni che questo ha subito, diventa critico quando supera l'80. Il mio si aggirava intorno ai 900 [...] (p. 16)
L'alcool era l'unico avversario che non ero riuscito a battere, anche se avevo provato con gli Alcolisti anonimi, con l'astinenza e un paio di volte addirittura mi ero fatto cucire delle capsule di Antabuse nello stomaco: durano tre mesi e ti fanno stare malissimo se provi anche solo ad assaggiare un sorso di bumba. Nemmeno così ero riuscito a smettere. (p. 17)
Quando sei un ragazzino e usi la tua immaginazione, ti vedi fare goal a Wembley con 100.000 tifosi che urlano il tuo nome. Non pensi a tutto ciò che ti toccherà prima di quel momento, tipo startene in un campo d'allenamento gelato con le ginocchia che tremano con davanti questi giganti che fino a poco prima conoscevi solo per nome. (p. 39)
E io? Io avrei giocato sette giorni su sette, se me l'avessero concesso. [...] Quando scendevo in campo non avrei mai voluto sentire il fischio finale. (p. 63)
Fu più o meno in quel periodo che la stampa nazionale iniziò davvero a occuparsi di me. Credo che mi avessero notato perché ero diverso dagli altri. I calciatori di allora non portavano capelli lunghi e non giocavano con la maglia fuori dai calzoncini. E ti insegnavano a non toglierti mai i parastinchi. Ma le regole sono fatte per essere infrante e io le infrangevo tutte, non perché fossi un ribelle o perché stessi cercando di dimostrare qualcosa. Ero semplicemente fatto così. Niente di più. (p. 64)
Presi la palla sull'ala sinistra, scartai un difensore, poi un altro e un altro ancora, saranno stati quattro o cinque. [...] A mano a mano che mi si presentava davanti un difensore, sembrava sempre più probabile che mi rubasse la palla e io sentivo di dover lottare per non spezzare il ritmo della corsa, come succede nei sogni quando stai cercando di scappare da qualcuno. Ma ogni volta arrivavo sulla palla per primo, la lanciavo un metro o due alle spalle dell'avversario, andavo a riprenderla e ricominciavo da capo. Alla fine un difensore riuscì a prendermi palla, ma quell'azione era stata una cosa fantastica. Era come un'esperienza extracorporea, una sequenza di sogno, come se io volassi sopra il campo e guardassi un altro giocatore. Quando ripenso a quell'azione la rivedo sempre al rallentatore. (p. 74)
I giornali avevano iniziato a seguirmi dopo la partita contro il Chelsea, ma la vittoria contro il Benfica mi fece fare un salto di qualità. Tutti sembrarono impazzire. Ebbi addirittura una mia rubrica personale sul «Daily Express» e la gente voleva sapere tutto su di me. Non solo quello che pensavo sul calcio, ma anche che vestiti portavo, che musica mi piaceva, quali locali frequentavo. All'improvviso tutto ciò che facevo era diventato "in". (p. 76)
A quel punto avevo bisogno di bere, non riuscivo ad averne abbastanza. E niente mi avrebbe fermato, nemmeno quando Angie cominciò a nascondere le chiavi della macchina e tutti i nostri soldi. Se non li trovavo, uscivo a piedi e camminavo anche per undici o dodici chilometri per trovare un bar e se non avevo soldi in tasca, mi sedevo e aspettavo finché uno degli habitué non mi riconosceva e mi offriva da bere. Diventai un vagabondo da spiaggia: c'erano delle notti che dormivo veramente sulla spiaggia. (pp. 199-200)
Sento spesso raccontare di quella volta in cui un cameriere irlandese mi consegnò dello champagne nella mia stanza d'albergo, dove me ne stavo a letto con Mary Stavin e diverse migliaia di sterline vinte alle scommesse, e mi chiese: "Quand'è che le cose hanno iniziato ad andarti male, George?" Anch'io ho raccontato questa storia più di una volta ed è sempre stata seguita da grasse risate. Ovviamente, tutto andò storto da allora. Andò male con ciò che amavo di più al mondo, il calcio, e da allora il resto della mia vita si sgretolò. Quando il calcio era importante e io giocavo bene, non vedevo l'ora di alzarmi la mattina: era la mia unica ragione di vita. Quando il gioco non è bastato più a buttarmi giù dal letto, non ho visto altri motivi validi per smettere di bere. (pp. 290-291)
George Best nella sua prima seduta d’allenamento in Paradiso, giocando da ala destra ha fatto girare la testa a Dio, per sua sfortuna schierato terzino sinistro. Vorrei tanto mi tenesse un posto nella sua squadra. Best, non Dio… (Éric Cantona)
Maradona – good. Pelé – better. George – Best. (slogan)
[Dopo la morte] Tutti noi sappiamo che George Best è stato probabilmente il più dotato dei calciatori della sua generazione, uno dei più grandi calciatori che il Regno Unito abbia mai prodotto. (Tony Blair)
↑ (EN) Citato in Ned Sherrin, Oxford Dictionary of Humorous Quotations (2008), p. 153.
↑ (EN) Citato in Paul Morley, the Afterlife, 1991, ristampato in The Esquire Book of Sports Writing, 1995; citato in The New Penguin Dictionary of Modern Quotations, a cura di Robert Andrews, Penguin UK, 2003, p. 168. ISBN 0141965312