presentatore televisivo italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Francesco De Carlo (1979 – vivente), comico e conduttore televisivo italiano.
[«Come sta oggi la stand up comedy in Italia?»] Abbiamo una situazione diversa dal mondo anglosassone, dove c'è un modo di intendere la comicità del tutto diverso. La cultura degli spettacoli comici live è consolidata da decenni, il pubblico è molto ricettivo così come esistono circuiti di club che fanno dello spettacolo dal vivo la loro ragion d'essere. La vera differenza in Italia la fa la mancanza di locali, non c'è l'abitudine a fare serata andando a vedere comici sconosciuti in piccoli locali. La dimensione ideale per la stand up comedy è invece proprio questa, quella dei club con 60-70 persone, dove è possibile stabilire una relazione intima con il pubblico. Questa è l'unica dimensione attraverso la quale la stand up comedy più diffondersi in Italia.[1]
Il teatro è l'unico posto in cui si può dire quello che si vuole. In tv o sui social network ci sono dei limiti alla fine giusti, a mio avviso. Una battuta sulle donne, i disabili o minoranze può essere fraintesa su quei canali. Il mainstream deve essere politicamente corretto, con limiti imposti non dalla legge ma dal buonsenso. La comicità deve seguire i tempi, a teatro le regole sono altre.
[«Ti è mai capitato a teatro che qualcuno potesse sentirsi offeso da una tua battuta?»] A teatro non mi è mai successo. Il comico deve essere bravo nel riuscire a creare un contesto per cui nessuno possa sentirsi offeso. Il linguaggio deve essere forte [...]. Vedo in giro troppe forme d'arte consolatorie, anche nella comicità. Io [...] volevo scrivere qualcosa di più osceno.
[...] il lavoro del comico è prendere appunti sulle note del telefono, un taccuino, poi c'è il problema che abbiamo in Italia. All'estero il comico prova i suoi pezzi nei comedy club, cambia, toglie qualcosa e alla fine esce con uno spettacolo perfetto. In Italia invece un comico sale con un'ora o un'ora e mezzo di spettacolo totalmente nuovo. [...] il monologo della stand up è vivo. Lo spettacolo che farò alla cinquantesima data sarà così diverso da quello della prima.
[«[...] consigli per un aspirante stand up comedian»] Darsi tempo, non sono i 100 m, è una maratona. Ci vuole del tempo per trovare la propria voce, il proprio pubblico, crescere come essere umano e comico. Ci vuole molta pazienza, ma anche tanta disciplina, alla fine è un lavoro. Serve la capacità di essere cattivi con sé stessi quando è necessario, bisogna accettare i fallimenti e trasformarli in momenti di crescita.