Ferdinand Alquié (1906 – 1985), filosofo francese.
- Si è detto talora che nel cogito Cartesio attinge l'essere del suo dubbio. Di fatto l'«io penso» è un «io dubito» ed è in questo senso che si può dire che l'«io penso» è essenzialmente volontà. Perché l'atto stesso di dubitare presuppone un soggetto che dubita, di modo che dubitare di questo soggetto è ancora affermarlo. È il celebre rovesciamento: posso dubitare di tutto, ma al momento in cui dubito di tutto, non posso dubitare di dubitare e di conseguenza io penso, e di conseguenza io sono.[1]
- Spinoza professò un razionalismo assoluto. (p. 7)
- Penso che nessuna filosofia possa giungere alla verità senza accogliere nel suo orizzonte l'inconoscibile e il mistero. (p. 7)
- Spinoza però volle escluderli entrambi [l'inconoscibile e il mistero.], intendendo condurci a pensare come pensa Dio. Questo tentativo prometeico è certo il più ardito che mai sia stato condotto, e merita perciò ammirazione. (p. 7)
- La verità di una filosofia va commisurata alla verità dell'uomo, e questa è verità di un'esperienza. (p. 7)
- Meno ambizioso di quello di Hegel, in quanto non pretende di render conto della religione né di comprenderla sulla base dei suoi propri concetti, il sistema di Spinoza è però ancor più ambizioso in quanto intende collocarsi al posto di essa, aprendo al filosofo una via che gli permetta di prescinderne. (p. 28)
- ↑ Da Lezioni su Descartes: scienza e metafisica in Descartes, a cura di Tomaso Cavallo, ETS, Pisa, 2006, p. 104. ISBN 88-467-1499-7
- Ferdinand Alquié, Il razionalismo di Spinoza, (Le rationalisme de Spinoza, 1981), traduzione Marco Ravera, Mursia, Milano, 1987.