Eupoli (446 a.C. circa – 411 a.C.), commediografo ateniese.
- [Parlando di Feace] Bravissimo a ciarlare, assolutamente incapace di parlare. (fr. 116 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 269)
- [Parlando di Pericle] (A.) Costui è il migliore degli uomini nell'arte del parlare: | quando si faceva avanti, proprio come i bravi corridori, | parlando distanziava gli altri oratori di dieci piedi. | (B.) Era davvero veloce! | (A.) E oltre alla sua velocità, | sedeva sulle sue labbra una certa qual persuasione: | aveva molto fascino e, unico fra tutti gli oratori, | lasciava il suo pungiglione negli ascoltatori. (fr. 102 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 263)
- E se uno è primo nel gioco del cottabo, | vince una bacinella per le mani; | se invece è un uomo retto, un cittadino utile allo stato, | capace di superare <tutti> in onestà, | non vince nemmeno una bacinella. (fr. 129 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 271)
- Non [affidare] lo stato a un bambino.[1] (fr. 133 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 273)
- [Parlando di Temistocle] Un uomo saggio – ma incapace di tenere a freno la mano. (fr. 126 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 269)
- ↑ Possibile riferimento ad Alcibiade. Cfr. I comici greci, p. 273, nota 244.