Anche nella vita sono un pettegolo [telepaparazzo] genuino. Mi piace raccontare i fatti che accadono, ma quelli raccontabili. Il pettegolezzo non è rivelare dei segreti, ma rivelare quello che i protagonisti vogliono che sia rivelato. Inconsciamente lo vogliono.[1]
Io non faccio male a nessuno, sono il Robin Hood del gossip [telepaparazzo]: rubo ai VIP per dare ai pettegoli e non a caso il mio emblema è l'ape, che punge ma non avvelena...[2]
Tra i telespettatori che guardano i nostri programmi c'è chi è poverissimo. Noi siamo giullari ma dovremmo avere un limite, dovremmo dare un segnale. Mi chiedo quanto dovrebbe guadagnare un chirurgo che salva una vita, un ricercatore che salva l'umanità. È anche una questione di immagine: come ci giudicherà la gente che ci guarda?[3]
Nella mia trasmissione [Sarabanda] ho spesso lottato per far partecipare portatori di handicap, e continuerò a farlo perché credo che i disabili, oltre a dover dimostrare di essere artisti eccezionali o sportivi eccezionali, abbiano anche il diritto di divertirsi.[4]
Condurre un programma era quello che sognavo fin da bambino. Io sono uno che viene dal popolo. Ho fatto una fatica enorme per arrivare dove sto. E poi conduttori si nasce: non si diventa.[5]
Sono uno che provoca. Un dissacratore. Per il gusto di fare una battuta potrei persino perdere un'amicizia. Perché se mi scappa, mi scappa. Ma litigare no, non lo faccio mai.[6]
Scherzi a parte è l'unico programma che ha la "patente" per poter ridere su tutto, l'unico autorizzato a farlo. Però non si scherza sulle debolezze dei parenti, dei figli, sulle difficoltà troppo personali. Quello non è più uno scherzo, diventa un esperimento sociale.[7]
Intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Sette, riportata in sabellifioretti.it, 25 settembre 2003.
Sarabanda non è un quiz; è un happening. Io mi sono ispirato anche a Mike Bongiorno che il campione se lo portava sempre avanti. Non doveva solo essere bravo, doveva avere una storia dietro. E poi Sarabanda è fatto da una squadra che si diverte.
Noi facciamo quello che il pubblico vuole. È un grande errore pensare che la TV sia scadente e brutta, perché vuol dire che la gente è scadente e brutta.
La TV non è deficiente, mai. La televisione è un mezzo di comunicazione perfetto, insuperabile. E dirò di più: la televisione generalista è la televisione perfetta. La tv generalista non potrà mai essere deficiente, mai, mai, fino a quando esisterà il mondo.
Da ragazzo ero uno molto allegro. Se avevo pochi spiccioli compravo i ghiaccioli da distribuire ai bambini, organizzavo giochi, al primo davo il ghiacciolo alla fragola, al secondo quello al limone. Sono sempre stato un accentratore, un organizzatore.
Sono cresciuto in un certo tipo di società in cui il gusto per la battuta vince.
Amo molto la politica, ho grande stima della politica. È una forma di comunicazione. Senza la politica non ci sarebbe nulla, sono molto attratto, leggo molto, mi informo, mi piace la politica, ma da esterno.
Intervista di Barbara Mosconi, sorrisi.com, 10 aprile 2024.
Il pubblico era abituato a vedermi nella versione mattatore di quiz e di "game show", allora ero un po' immaturo, non mi interessava la parte reality del programma, consideravo i concorrenti solo come protagonisti di alcuni giochi.
[In riferimento a La pupa e il secchione] I secchioni sono ragazzi che non hanno mai avuto una storia d'amore, mai baciato una fidanzata, sembra impossibile, ma è così. Ora si trovano a dividere la stessa camera con una ragazza bellissima, distante anni luce dalla loro vita. Dire "pupa" a una ragazza non è dispregiativo. Le "pupe" sono molto sveglie, intraprendenti, sanno come muoversi, solo che non conoscono alcune cose. A volte nella vita è meglio essere "pupa" che "secchione" Io preferisco una "pupa" simpatica e ignorante a una "non pupa" che si comporta da antipatica.
La Cipriani è una ragazza molto intelligente che si diverte a prendersi in giro. Quando le domandavo chi era il Presidente della Repubblica e non lo sapeva, non era perché faceva finta.
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L'unica cosa che mi sfugge è il perché una radio [Subasio] che ha conduttori e speaker eccellenti faccia presentare il concerto [per festeggiare i 40 anni di trasmissioni] ad Enrico Papi, la cui competenza musicale è una delle tante sue doti che non risultano agli atti... (Giancarlo Magalli)
Vi chiedo scusa per quello che è successo in occasione del Festival di Sanremo. Se dell'Italia resta qui in Argentina solo questo squarcio così orrendo, immaginiamo che cosa possono pensare i giovani. Come si chiama il presentatore? Enrico Papi? È un cretino. Ha fatto una cosa inaccettabile! (Franca Pilla)