matematico italiano (1928-1996) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Ennio De Giorgi (1928 – 1996), matematico italiano.
Certamente lo scienziato, come ogni altro uomo, può usare in molti modi la sua libertà, può aprire il suo cuore alla speranza o chiuderlo allo scetticismo. (dal discorso all'Accademia Pontaniana, Napoli, 1992)[1]
Posso dire che la mia vita perderebbe gran parte del suo significato se rinunciassi alla speranza di ritrovare in qualche modo le persone che mi sono state più care, se non credessi alle parole del Credo: aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. (dal discorso all'Accademia Pontaniana, Napoli, 1992)[1]
Attribuite
Scripta volant, verba manent!
Citazione errata: In italiano, «gli scritti volano, le parole rimangono». Tale citazione non è certamente originale (è presente, ad esempio, in Jean Ajalbert, Clémenceau, Parigi, Gallimard, 1931), ma è un'espressione che utilizzava sovente. Essa deriva dalla locuzione latina «verba volant, scripta manent», che trae origine da un discorso di Caio Tito al senato romano. «La sua scrivania era stracolma di articoli e lettere: lui rispondeva con quella strana espressione a chi gli chiedeva quando sarebbe riuscito a leggere quella montagna di messaggi di ogni genere. Sorridente, quasi sornione, nel pronunciarla mimava con la mano il volo di tutte quelle carte piene di matematica – provenienti da tutte le parti del mondo – verso la finestra del suo studio, che si affacciava sulla bellissima Piazza dei Cavalieri[2]. Chi la sentiva rimaneva divertito, senza magari accorgersi immediatamente che dietro a quel motto si muoveva una fondamentale questione di linguaggio. Insomma, leggerò quando ascolterò».[3]
All'inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo.
Penso che la matematica sia una delle manifestazioni più significative dell'amore per la sapienza e come tale la matematica è caratterizzata da un lato da una grande libertà e dall'altro da una intuizione che il mondo diciamo è grandissimo, è fatto di cose visibili e invisibili, e la matematica ha forse una capacità unica tra tutte le scienze di passare dalla osservazione delle cose visibili all'immaginazione delle cose invisibili. Questo forse è il segreto della forza della matematica.
Tutto ciò che noi riusciamo a vedere nel finito ci appare incomprensibile e disarmonico, se non lo pensiamo come parte di un quadro più ampio di grandezza infinita. Il fatto che questo quadro infinito sia in gran parte sconosciuto non ci deve portare a negarne l'esistenza.
1 2 In Lucio Coco, Testamenti spirituali. Note e pensieri dal limite della vita, Paoline, 2008.
↑ Vincenzo Letta, introduzione a Luigi Ambrosio, Marco Forti, Antonio Marino, Sergio Spagnolo, Scripta volant, verba manent. Ennio De Giorgi matematico e filosofo, ETS, 2008.
Ennio De Giorgi, Anche la scienza ha bisogno di sognare, a cura di Giuseppe Franco Bassani, Antonio Marino, Carlo Sbordone, PLUS, 2001.