scrittore palestinese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Edward Wadie Sa'id, traslitterato anche Said, (1935 – 2003), scrittore e docente statunitense d'origine palestinese.
Albert Camus è uno degli scrittori dell'Algeria francese che può giustamente essere definito di fama mondiale. Eppure, come era già accaduto nel caso di Jane Austen un secolo prima, anche con Camus i critici hanno ignorato la realtà dell'impero, così evidente nelle sue opere. [...] Camus è una figura di particolare rilievo nella terribile e caotica situazione delle colonie francesi durante il faticoso processo di decolonizzazione del Novecento. Egli appartiene al periodo finale dell'imperialismo al quale è sopravvissuto, sino ai giorni nostri, come scrittore «universalista» le cui radici affondano in un colonialismo ormai dimenticato.[1]
Anche a causa degli imperi, tutti i paesi si sono intrecciati; nessuno è isolato e puro, sono tutti ibridi, eterogenei.[2]
Decisamente, ci vuole troppo lavoro perché chiunque possa essere un genio.[3]
Il dubbio e la riflessione sono ormai una necessità, non un lusso.[4]
La giustizia è giustizia e l'ingiustizia ingiustizia, a prescindere da chi viene condannato e maltrattato.[6]
La Palestina divenne un paese prevalentemente arabo e musulmano alla fine del VII secolo e ben presto i suoi confini e i suoi caratteri – incluso il nome arabo Filastin – divennero famosi nell'intero mondo islamico sia per la sua bellezza e fertilità che per la sua importanza religiosa.[7]
Le informazioni affidabili sono il peggior nemico dell'oppressione e dell'ingiustizia.[8]
Scrive bene ma razzola malissimo. Il fatto che Said sia palestinese lo legittima nel suo essere pro palestinesi. Ma non mi risulta che Said abbia mai condannato i suoi uomini-bomba, ed esiste una fotografia che lo coglie, in zona Gaza, che lancia un sasso «intifadico» contro gli israeliani. Lui sarebbe un fautore di «campi di comprensione invece di campi di battaglia»? On aura tout vu, se ne vedono (e sentono) proprio di tutte. (Giovanni Sartori)
↑ Da Cultura e imperialismo, traduzione di Stefano Chiarini e Anna Tagliavini, Gamberetti Editrice, 1998.
↑ Dall'intervista in Maya Jaggi, Le identità di Edward Said, Internazionale, n. 311, 26 novembre 1999, p. 46.
↑ Da La fatica del genio, Internazionale, n. 378, 23 marzo 2001, p. 40.
↑ Da Il dubbio e la riflessione, Internazionale, n. 508, 3 ottobre 2003, p. XIV.
↑ Da Inaccettabile impotenza, Internazionale, n. 472, 24 gennaio 2003, p. 14.
↑ Da Il dovere di parlare, Internazionale, n. 394, 13 luglio 2001, p. 30.
↑ Da Edward W. Said, La questione palestinese, prefazione di Robert Fisk, traduzione di Stefano Chiarini e Antonella Uselli, il Saggiatore, 2011, p. 62.
↑ Da La guerra delle mappe, Internazionale, n. 370, 26 gennaio 2001, p. 26.