mafioso e collaboratore di giustizia italiano (1943-2015) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Carmine Schiavone (1943 – 2015), mafioso e collaboratore di giustizia italiano.
Ero assolutamente contrario al traffico di fanghi radioattivi provenienti da Germania, Francia, Gran Bretagna e Cecoslovacchia. Ci sono 5 milioni di persone che moriranno per lo sversamento di quei rifiuti in Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia. Bidognetti e mio cugino Sandokan prendevano 600 milioni al mese, ma nelle casse del clan ne mettevano solo 100. Dissi: "Voi siete scemi, avete avvelenato la terra di Casale, San Cipriano, Casaluce". Quei quattro cafoni non si rendevano conto che quella roba uccideva anche noi. Rispondevano: "Tanto noi beviamo l'acqua minerale".[1]
Ve la racconto io la vera Gomorra. Roberto Saviano ha scritto la verità, ma è una briciola.[1]
Ho fatto 20 anni di scuola, 30 anni di alta mafia, 16 anni di servizio permanente effettivo in mezzo alle forze dell'ordine. Nel '94 i magistrati avrebbero potuto fare piazza pulita ma andarono troppo lenti. Fu buttato un virus nei computer della Dia per cancellare le mie deposizioni. Dovette intervenire la CIA. C'è un floppy sulle banche, non è mai uscito. Fu dato in custodia a un maresciallo che aveva l'ordine di sparare a vista a chiunque avesse tantato di impadronirsene.[1]
Ma senza appoggi dello Stato come potrebbe sopravvivere un'organizzazione criminale? Come potrebbe sfuggire alla cattura per 14 anni un Michele Zagaria, che ha la quinta elementare, ha faticato sempre sopra il camion e la pala meccanica? Senza lo Stato la camorra non sarebbe potuta esistere.[1]
Molti dei miei figli mi hanno tradito, non li voglio più vedere. Uno volta incontrai mio genero alla Direzione investigativa antimafia di Roma. Aveva per me un messaggio di mio cugino Sandokan: se avessi smesso di parlare coi magistrati avrei avuto 50 miliardi di vecchie lire e la testa di chiunque. Io risposi: "È troppo tardi". Anzi, lo avvertii: "Cerca di salvarti, perché ti faccio dare l'ergastolo, ancora devo verbalizzarti, ma dirò tutto su di te. Quindi caro Nicola, visto che ti ho affiliato io alla camorra e hai fatto schifezze anche tu, entra nel piano di protezione e vattene al Nord con tua moglie: sai fare il parrucchiere, puoi trovare lavoro". Lui reagì quasi fiero. Rispose che piuttosto si sarebbe impiccato. Qualche tempo dopo mi fece chiamare dal carcere di Larino, in Molise, per dirmi che voleva pentirsi. Andai da lui e gli dissi: "Che fai qui, pensavo ti fossi impiccato". Io sono stato il primo ad avere aperto alla giustizia le porte dei clan, i loro segreti. Riina e Provenzano sono due pecorai, perché stavano sotto gli ordini dei politici. Noi invece i politici li creavamo. Poi i corleonesi hanno fatto un casino con le stragi e li hanno presi. [2]
Ho creduto ciecamente nello Stato. Certe volte dico a me stesso chi me l'ha fatto fare. Avevo potere, ero capo del clan, intascavo 150 milioni al mese, in casa avevo tre camerieri. Alle istituzioni ho versato 2.500 miliardi di lire. Uno come me ormai fa parte della storia. Sto picchiando pesante, non faccio come gli altri pentiti che si tirano indietro davanti a certe responsabilità. Ho creduto e devo continuare a credere nello Stato. Come mi diceva il pm De Raho: "Nonostante tutte le ingiustizie, dobbiamo continuare a credere nella legalità. Andiamo avanti". Io vado avanti, ma a costo di enormi sacrifici. Sa quante volte ho dovuto pagare la benzina all'auto della scorta perché i ragazzi avevano buoni di società petrolifere che non ci sono nelle aree di servizio dell'autostrada? A quei poliziotti non pagano nemmeno gli straordinari, prendono due soldi. Come fa un carabiniere con due o tre figli a guadagnare 1.300 euro al mese e a essere onesto? E poi le smagliature nella sicurezza: durante il tragitto verso il tribunale ci sono sottufficiali che chiamano per sapere che percorso stiamo facendo. Io rispondo male: "Stiamo andando a trovare tua madre". Non mi fido.[2]
Fin quando quando ci sono stato io non ci sono state vittime innocenti, erano tutti delinquenti, anche se avevano la fedina penale pulita. Eravamo in guerra.[2]
Mio figlio non sapeva che è uno Schiavone, il suo nome è sempre stato un altro, perciò era all'oscuro che quell'uomo di cui parlavano ero io. Quando non ero in casa per andare a deporre ai processi, mia moglie gli diceva che stavo fuori per lavoro, per incarichi importanti. Degli altri miei sei figli ne conosceva uno soltanto, gli altri cinque ignorava che esistessero. Poi è venuto il giorno della verità. Gli ho detto: "Ti devo dire una cosa molto importante. Io ho fatto delle cose molto brutte, di cui mi sono pentito. Quel Carmine Schiavone di cui senti parlare sono io. Sono stato il boss dei Casalesi. Ho due famiglie. Quella di mio padre era di professionisti e ricchi possidenti. Quella di mia madre di piccoli agricoltori e banditi: purtroppo ho ripreso da quella di mia madre. Lei era la sorella del papà di Francesco Schiavone: quando questi aveva 13 anni sua mamma morì e la mia lo ha cresciuto. L'ho inventato io Sandokan.[2]
Nel '93, quando mi sono pentito, Roberto Saviano era molto giovane. Io lo ringrazio per aver scritto Gomorra, perché ha svegliato delle coscienze. Però parecchi di quelli che parlano esaltando il suo lavoro fanno solo bla bla bla. Non vorrebbero elogiarlo, ma sono costretti dal rumore mediatico. Di Saviano non ho mai detto niente sul fantomatico attentato prima di Natale. La notizia è uscita da una clinica di Montefiascone, non da me. Per come conosco la mentalità dei clan, Saviano tenteranno di farlo fuori quando sarà finito nel dimenticatoio. Ma oggi, ucciderlo per loro sarebbe farlo santo, e mica sono scemi. Succederebbe l'ira di Dio. Come la storia di mandare l'Esercito in Campania contro la camorra: ma che lo mandi a fare, i soldati rischiano pure che la malavita tolga loro le armi. I clan ormai stanno nascosti. I camorristi sanno che il più grande dolore e la più grande meraviglia durano otto giorni. Quando si tornerà alla normalità si farà di nuovo guerra.[2]
Non dovevano mettere da parte Ultimo, l'uomo che arrestò Totò Riina e oggi è al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri. È un ottimo investigatore, una brava persona: l'ho conosciuto quando ho parlato di "ecoboss", delle intese che erano state prese dal clan con le coop rosse.[2]
Se potessi tornare indietro non mi pentirei. Sono pentito di essermi pentito e non lo farei più perché le istituzioni ci hanno abbandonato. Quando non sono riusciti ad ammazzarmi materialmente, hanno cercato di distruggermi economicamente, moralmente.[3]
Ero uno dei capi della cupola, ma mi sono pentito davvero perché altrimenti quelle carte lì non le avrei mai scritte. Il mio guaio è stato proprio quello di essermi pentito veramente perché in Italia non c'era una giustizia, una legge, un politico che sappia capire questo. Chi me lo ha fatto fare di vivere in questo mondo di cani rognosi perché è vero che noi abbiamo sparato, ma i ministri, i carabinieri, i magistrati, i poliziotti sono più responsabili di me perché hanno permesso questo. Io ho sbagliato nella mia vita e ho cercato di rimediare quando la mia coscienza si è ribellata a certi soprusi commessi da altri. Tutti quanti hanno fatto facile carriera sulla mia pelle.[3]
La mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L'organizzazione mafiosa non morirà mai.[3]
Non ricordate quel delinquente che sono stato, perché lo sono stato, un criminale. Però mi sono pentito, perché non si pentono anche loro?[4]
Erano milioni e milioni di metri cubi da riempire. Tu pensa: inizia da Pozzuoli, la superstrada, fino a Nola, quanti terreni ci sono voluti? E tu pensa che le sopraelevate sono di 4 o 5 metri. Il discorso è: dove hanno scavato le buche per la superstrada e per la terza corsia, li ci stanno [i rifiuti]. Puoi starne certo. Tu mescola rifiuti chimici, rifiuti ospedalieri, rifiuti di industrie farmaceutiche, vernici, rifiuti di tante altre industrie, con quell'altra robaccia. Non è che questi scaricavano con la gru, delicatamente, e ci mettevano sopra il cemento. No, alzavano il ribaltabile e andava giù. All'improvviso è uscito un fusto d'immondizia fuori, un fusto tossico. Uscivano dei liquami puzzolenti, non cresceva più l'erba, gli alberi morivano. A me quello che mi ha fatto pentire principalmente è stato questo. Perché ho detto da qui a dieci anni questi non hanno scampo: né i miei figli, né i figli degli altri. Li stanno ammazzando prima che nascano, per soldi. [Il mercato dei rifiuti] Vale miliardi. Vale più il mercato dei rifiuti che il mercato della droga. [I contatti con le imprese che producevano i rifiuti] Li tenevano il marito della nipote di Bidognetti cioè Gaetano Cerci, Pianese, Vassallo e... e qualche politico. Questa roba qui l'avevano fatta sotto sotto assieme a Chianese con l'accordo di Licio Gelli per fare i traffici di tutta questa roba. Licio Gelli, massoneria, con l'avvocato Chianese erano "culo e camicia". E Licio Gelli gestiva, attraverso delle società che stavano a Milano, a Santa Croce sull'Arno, nella zona di Padova, tutto al Nord e Centro-Nord, tutte queste società e cooperative, sia immondizia e sia trasporti, che portavano tutta questa roba tossica e nucleare. [Le cassette di piombo] Erano di 50-60 centimetri, più o meno. Venivano dall'estero. So che venivano dalla Germania, dalla Francia, non so con precisione. Dalla Germania, di sicuro, veniva qualcosa. Sicuro, perché ho visto lo stemma dell'aquila.
La gente sta morendo. Moriranno tutti però non si ribellano, non vanno a prendere le istituzioni per il collo e glielo tirano.
[Con l'elicottero] Arrivavo là, abbiamo sorvolato tutta la domiziana, ho fatto vedere tutti i luoghi, le vasche scavate, tutte queste cose. Poi siamo andati a Casale. A Casale scendevamo con l'elicottero. C'era un pullman blindato con quelli dell'AIEA sui siti. In un sito siamo dovuti scappare, perché ancora non l'avevano finito di riempire, usciva l'acqua verde smeraldo. [Questo sito] era a Casale, sotto al campo sportivo. Ce li ho portati, erano con quei contatori e siamo scappati. Un posto lo trovammo deserto, era un terreno produttivo. I rami degli alberi stavano come Cristo in croce, i legni secchi. Tra Casale, Villa Literno, Giugliano, Parete. Siamo andati in Commissione ecomafia, io con dei documenti, quando sono andato in Commissione gliel'ho detto, la Commissione Scalia, ho detto: "Sentite, ora voi avete tutte le carte potete lasciar morire 5 milioni di persone? Così? Queste carte le avete dal 1993." E loro hanno detto: "Dove mettiamo tutta questa roba? E chi ha ventiseimila miliardi per poter fare le prime bonifiche?". La ragion di Stato è una sola: soldi e voti. Loro lo sanno, lo tengono scritto, hanno le perizie, perché l'hanno secretate? Perché? Ci sta qualcuno di loro che reagisce o parla? Perché sanno, loro sanno per esperienza, come dicevamo noi che il più grosso dolore e la più grossa meraviglia durano otto giorni.
Per tanti anni, per le varie bonifiche, hanno "mangiato" miliardi. In più hanno inquinato anche dove il terreno era buono, non era inquinato. Dopo i Regi Lagni di Casal di Principe hanno fatto una discarica a Maruzzella, perché tutto quel liquame ora sta andando nei fossi, che era terra di creta. Lì non era stata scavata una buca perché non si poteva scavare: a due/tre metri usciva la terra di creta che non era buona sotto il rilevato per fare le superstrade. Dove non hanno inquinato i mafiosi ha inquinato lo Stato. Hanno portato l'immondizia dove non si doveva portare e hanno inquinato anche le zone di Capua, Santa Maria la Fossa, quelle zone lì.
Io so che loro hanno scaricato: roba di concerie, che veniva da Santa Croce sull'Arno, fanghi tossici, fanghi che venivano dal Nord: di piombo, mercurio, tutte queste fetenzie varie. In più ci stavano queste cassette radioattive, mi fu confermato da Gaetano Cerci, fidanzato della nipote di Francesco Bidognetti perché lui era il tratto di unione tra l'avvocato Cipriano Chianese, i Mallardo, i Bidognetti e tra Licio Gelli.
Ho fatto denunce. Voglio vedere chi è che pagherà perché io non è che lo faccio per soldi. Io sono cambiato, non è che sono più come trenta anni fa. Io sono pentito realmente, io piango. Io quando vedo don Maurizio Patriciello per televisione, per i bambini morti, io piango.
[A Francesco Schiavone detto Sandokan] Gliel'ho dovuto dire in piazza pubblica. Dissi: "Perché non salvi i tuoi figli? Che sono ancora piccoli.", all'epoca non stavano in mezzo a queste cose, "Perché tu lo sai che non hanno futuro. In tutte le maniere". Gli volevo dire questo: o muoiono di malattia o muoiono ammazzati o muoiono in galera, l'ambiente era quello. Lui disse: "Io la fine tua non la faccio."
Il mio pentimento è avvenuto per queste cose. Si è svegliata la coscienza, avevano perso tutti i valori di essere persone erano diventate delle belve e me l'hanno detto chiaro e tondo, mio cugino Cicciariello [Francesco Schiavone], Peppinotto [Giuseppe Caterino], mio cugino Sandokan [Francesco Schiavone], Francesco Bidognetti mi dissero: "Tu fai ancora l'uomo d'onore, noi lo facciamo per soldi". Risposi: "E voi siete gente di merda".
Io avevo stabilito che nella nostra famiglia dovevano fare i medici, gli ingegneri, gli avvocati. Io dicevo che alla fine doveva rimanere solo la famiglia, infatti in un summit che abbiamo fatto io, lui [Francesco Schiavone detto Sandokan] e Cicciariello abbaimo pensato prima di Pasqua del 1989 l'eliminazione di Vincenzo De Falco, di Francesco Bidognetti, che io già lo volevo ammazzare da anni perché sapevo che era traditore a tutti i livelli, e di Mario Iovine. Facemmo questo summit a casa di mio cugino. Dissi a mio cugino: "Quando sparo io ammazzo De Falco, tu ti levi lo sfizio e ammazzi Bidognetti." e io ho sbagliato in quell'epoca perché io li dovevo ammazzare a tutti quanti, pure a mio cugino. A tutti quanti. Perché se li ammazzavo finiva la storia, 'a munnizza [i rifiuti] non ci stava e tutto finiva a quell'epoca. Perché io dissi: "Noi dobbiamo tornare alla normalità". Non è che non rimanevano i mafiosi, però si fermava 'a munnizza tossica. Lui dopo si è messo d'accordo con Bidognetti nel 1989 e hanno cominciato a fare questa cosa per soldi e quello ha fatto schifezze mai viste. Con l'appoggio suo tacito ha fatto schifezze mai viste, ha ammazzato gente che non c'entrava un cavolo.
Raffaele Cutolo nel settembre del 1983 si stava pentendo, era pronto a collaborare con Lucio Di Pietro e Franco Roberti. Avevano fatto anche l'appartamento extra-penitenziario nel gruppo carabinieri di Salerno, (perché ci sono i verbali che all'epoca Cutolo si stava pentendo e io lo sapevo questo perché poi noi pentiti stavamo tutti nella DIA: siciliani, calabresi, napoletani e tutti quanti e ci incontravamo tutti quanti.) Quando sono andati a prenderlo, dovettero tornare indietro perché lui disse: "Non lo posso più fare", perché da lì uscì gente che era del Ministero degli Interni, dei Servizi, che andarono a minacciarlo evidentemente.
Avevamo un piano per far ammazzare Raffaele Cutolo da Pasquale Tavoletta detto Zorro nel carcere, facemmo arrivare una pistola solo che fu trasferito e non fu ammazzato, altrimenti Raffaele Cutolo doveva morire in carcere. Pasquale Tavoletta era un mio capozona, di Villa Literno e cugino di mia moglie.
Ho dovuto chiudere la mia impresa edile e tutto, ho dovuto svendere persino i mezzi, i camion, escavatori, pale meccaniche ed altro, facevo il costruttore. Ma insomma erano i beni miei puliti. Addirittura da una terra a Casal di Principe hanno tirato persino le piante di Mela Annurca. La Baschi Calcestruzzi sta tutta sparata, hanno tolto persino i cancelli, 1300 metri di costruzioni in disuso, tutto abbandonato. La casa mia a Casal di Principe è piena di raffiche di mitra ed è stata bruciata, il terreno accanto è bruciato. Persino i soldi della banca hanno preso. Chi li ha presi? A me erano stati restituiti con sentenza della Corte di Cassazione. Non so che fine abbiano fatto. Macchine, 10-11 betoniere, trattori... niente, non si trova niente. Autotreni, ne ho trovato uno: tutto smontato, bruciato, sparato. Persino le porte divelte e la sala comando centrale è caduta a terra. E lì dietro cosa hanno fatto? Hanno messo immondizia e lì non era inquinato!. Potevano far andare ad abitare lì la gente, no? Lo Stato ha inquinato quella zona: ci ha portato ecoballe, munnizza ecc.
Parlavo con Tommaso Buscetta ci incontravamo, era amico mio. Ci lamentavamo: "noi dei politici forse non dovevamo parlare". Hanno addestrato anche alcuni pentiti, gente che per uno spinello rubava le macchine, a fare accuse che non stavano né in cielo né in terra.
A me dispiace solo di una cosa: i paesani miei. Di tutti quei bambini. Ho visto le foto in televisione di tutti questi bambini che sono morti. Di due anni, di sei anni. Ma com'è possibile che voi lasciate morire dei bambini. Che colpa hanno questi bambini? Per la vostra inerzia in tanti anni. Ora di sicuro qualche giornaletto da strapazzo scriverà: "Ci da consigli. Vuole fare l'eroe. Un assassino". È vero che lo sono stato ma ora non lo sono più, mi sono pentito 20 anni fa. Ho cambiato completamente vita, cambiate anche voi però. Cercate di essere più uomini.
Dall'intervista a Lazio TV, 7 settembre 2013
Roma è mafiosa da cento anni. Perché le prime società del libro dei Beati Paoli, le prime organizzazioni, con le varie regole arrivarono a Napoli attraverso il principe di Mezzocannone. Poi furono esportate in Sicilia, in Calabria e pure a Roma. Perché Roma, dopo il 1870 che fu fatta capitale d'Italia, interessava no? E quindi a Roma ci sono stati sempre furbi a livello politico, di investimenti, di racchiudere e non far uscire mai qual era la realtà storica del Paese. Io rido quando sento "A Milano non sapevano che c'era la 'ndrangheta" ma se ci stanno da quarant'anni!
Sono stati coperti perché Roma era una piazza in cui si poteva investire, il potere politico voleva una certa tranquillità. Avevano Pippo Calò qui che dominava lui la Banda della Magliana con noi, nostro alleato. Io poi gli ho fatto prendere l'ergastolo per l'omicidio Imposimato. Pensa che è partito da Roma l'ordine di ammazzare il fratello del giudice Imposimato. Perché Imposimato era arrivato a scoprire delle cose che non doveva scoprire, dei segreti, in cui era coinvolto anche lo IOR, la banca privata, Michele Sindona, l'Opus Dei, tante di quelle cose.
[Com'è adesso la situazione a Roma?] Io ci vivo nascosto a Roma. No comment. Non posso dire niente, ci sarebbe da rivalutare tutte le istituzioni a livello militare principalmente e anche un poco... a livello... magistratura. Troppe omissioni.
[I camion] tutti di notte arrivavano, per scaricare questa roba. Loro camminavano con bollo di accompagnamento, tutto regolare. Solo che risultava altro materiale oppure altro materiale da smaltire in siti appositi e poi venivano scaricati di contrabbando, diciamo. Una buona parte veniva scaricata di notte. Lo sai come lo scaricavano? Alzavano il ribaltabile e buttavano dentro. Quindi perché quando scavano trovano i fusti scoppiati? Perché se li avessero appoggiati, qualche fusto lo avrebbero trovato. Ora tu pensa: buttati a terra, poi veniva buttata altra roba sopra, detriti.
Noi, come cittadini, abbiamo un'arma molto potente: il voto, solo che non lo sappiamo usare. Ci lasciamo corrompere da quelli che hanno interessi nei vari partiti con promesse che poi non vengono nemmeno mantenute ma una volta per sempre cerchiamo di rivoltare questo sistema, di questi vecchi personaggi, perché quella è l'unica strada ormai che rimane. Perché poi ce ne sarebbe un'altra ma sarebbe troppo cruenta e invece c'è il voto: di non votare. Voi non fate questo per il popolo voi non meritate di andare a fare i ministri o i deputati o altro.
Ai giovani dico di non stare supini, di combattere, di cambiare qualcosa. Perché io ho 70 anni, cosa ho più da perdere? Niente, ma ai giovani io dico: combattete, mostrate i denti! Insomma se non c'è giustizia non ci sarà mai equità, se, per dire, i politici raccontano loro solo chiacchiere. Loro si debbono ribellare, dirglielo. In tutte le piazze, in tutte le lingue, in tutti i modi. Non votare, non vi votiamo. Andate a votare a un altro partito che vi da più garanzie, qualcosa di nuovo. Perché al popolo italiano è stata sottratta anche la preferenza di nominarsi il suo deputato, perché? Perché vengono tutti nominati all'interno. Oggi la politica che cos'è? Un'altra forma di associazione a delinquere, massonica, molto più forte delle varie mafie ed altro. Solo che al posto di sparare li fanno impiccare, li fanno suicidare, per disperazione. Perché cosa hanno fatto? Il 10 per cento di tutti questi che vivono nell'ambito politico si sono approfittati, si sono appropriati delle ricchezze di una nazione intera.
[Nella legalità] Bisogna crederci, bisogna combattere. Ma la prima cosa per combattere è togliere il malaffare dal potere centrale. Perché poi renditi conto che noi non abbiamo solo un potere centrale, abbiamo un potere regionale, un potere provinciale, un potere comunale, un potere clientelare, è tutto un miscuglio tra loro. Chi soffre? l'80 per cento del popolo italiano. Ma tu ti rendi conto? Io faccio il pentito da 20 anni, lavoro per lo Stato da 20 anni, gli ho dato contributi, senza di me non ci sarebbe stato né il modello di Caserta e nemmeno i pentiti casalesi. Perché, io aprendo le porte, poi è successo quello che è successo. In 20 anni hanno lasciato distruggere le mie proprietà pulite, c'è una denuncia che ho fatto al dottor Antonello Ardituro per i miei beni dissequestrati. Non solo li hanno lasciati distruggere, si sono appropriati, non so chi, persino dei conti correnti, erano pochi soldi che non si sa che fine abbiano fatto, come è possibile questo? Il Servizio Centrale che doveva interessarsi di queste cose non ha fatto niente, perché ha cercato solo di destabilizzare. Il Servizio Centrale sino a che ci fu Manganelli, 1996, procedeva bene. Nel 1997 venne a fare il direttore uno che oggi fa il vice-capo della Polizia, da lì iniziarono un sistema destabilizzante nei miei riguardi e anche di altri pentiti, perché evidentemente lo stato centrale non voleva più i pentiti perché se ne è accorto che anche loro stavano nei verbali. Quindi il Servizio Centrale non protezione ha cercato sistematicamente di bloccare quello che a loro non interessava, facendo pressione. Ma tu ti rendi conto quanta gente si è ammazzata anche tra i pentiti? Ti rendi conto che vita uno deve fare togliendogli la famiglia, gli affetti, il luogo dove sei nato e tutte queste cose, e nessuno di loro si interessa della pelle di un altro. Niente, nel modo più assoluto. Io ho un altro figlio che è malato di mente, gli stanno facendo fare il barbone, non domandano nemmeno, dopo che se ne sono serviti, facendogli fare delle cazzate grosse. Poi dopo che succede? il Ministero degli Interni cosa fa? Deve risparmiare? La prima cosa è chiudere il Servizio Centrale perché ognuno di noi ha Carabinieri, Polizia o Finanza che ci guarda, il Servizio Centrale a che serve? Semplicemente: una macchina mangia soldi, in più destabilizzante. Io giorni fa ho visto i funerali di quella signora, testimone di giustizia, Garofalo [Lea Garofalo], a Milano e ho detto "Ma tu, Servizio Centrale, che dovresti accudire cosa hai fatto?" Il fratello di Pasquale Galasso che l'hanno fatto ammazzare, la figlia di Felice Maniero che si butta da una finestra e tanta altra gente. I pentiti vengono trattati peggio dei cani. A me non mi hanno pagato nemmeno i contributi per 20 anni che sto con loro ma lasciamo perdere perché io ho la pensione per i 23 anni che avevo lavorato prima, perché lavoravo, facevo sia l'agricoltore sia il calcestruzzo, ma altra gente che si è fidata dello Stato, gli ha dato anche i contributi, grossi o piccoli, che sono serviti a fare i sequestri di beni ed altro, li hanno mollati. Stanno in mezzo a una strada, gente che dorme sotto i portoni. Questo è lo Stato, è uno Stato di diritto questo? Poi senti per televisione chi raccomanda a destra e chi raccomanda a sinistra: il figlio di uno, il figlio di un altro, il nipote, lo zio... tutte queste situazioni clientelari, altro che mafia. Hanno avvelenato un popolo intero. Insomma: industriali che hanno cercato di guadagnare sullo smaltimento dei rifiuti, camionisti, che io non gli do una colpa perché dovevano campare, pagare pure la rata del camion, che hanno trasportato questa roba e parecchi di loro ci sono rimasti pure, criminali con l'appoggio delle istituzioni, perché io dico poi la polizia, i carabinieri dove stavano? Quando mai hanno controllato queste industrie che facevano, per dire, diecimila fusti all'anno di rifiuti tossici? Dove stavano le fatture per lo smistamento? Non ci stanno, però tutti quei soldi in nero sono finiti all'estero. Ora si lamentano. Il popolo che non sapeva niente oggi sa, se andassero a fondo e scavassero, ne succederebbero delle belle, veramente uscirebbero con i forconi. Io non dico che devono uscire con i forconi però hanno un arma che è molto più potente: il voto. Non lasciarsi corrompere dai vari potentati politici o leccaculi politici che vanno a promettere, a fare... noi non abbiamo nemmeno il diritto alla preferenza? Noi non vi votiamo proprio il partito. Andiamo a votare qualcuno che è contro di voi, pure se andiamo peggio, però vi diamo una lezione indimenticabile. Ormai quello è l'unico sistema che ha il popolo italiano per potersi difendere.
Dall'intervista di Sandro Ruotolo nel reportage Inferno atomico
Qui erano tutti frutteti. Qua c'erano pere, mele annurche, pesche. Ci stavano certi alberi che erano alti 30 metri, li ho trovati come scheletri. Tutti secchi.
[Rivolto alle mamme della Terra dei Fuochi Marzia Cacioppoli e Tina Zaccaria] Io ho le mie responsabilità ma non sulla roba tossica perché quando me ne sono accorto li volevo ammazzare, mi hanno fatto arrestare, hanno messo le armi... sai la storia. Sono stato latitante, poi con il 416bis definitivo, mi hanno fatto ri-arrestare a Maglie quando io ho cercato di armarmi per ammazzarli tutti, perché avevano continuato. Nel periodo in cui ci sono stato solo io al potere, dal 1990 che ho saputo i fatti, ho chiuso il traffico di rifiuti, però nella zona mia. Perché nella zona napoletana ci stavano i vari capi-zona, quindi nella zona di Afragola lo facevano i Moccia, non c'entravamo noi, in nessuna maniera, a Casale c'era il gruppo Schiavone-Bidognetti, però l'avvocato Chianese era l'artefice di tutto il giro, lui con Gaetano Cerci e Licio Gelli che era la P2. Non ho parlato della zona di Afragola perché là c'erano altri capi-zona che rappresentavano, che facevano questo, che erano i Moccia. Quindi noi siamo responsabili, di cui una parte la prendo anche io. Perché veramente quando l'ho saputo li dovevo ammazzare, non li ho potuti ammazzare perché erano in 5 o 6 ed ero armato solo di pistola se portavo la mitraglietta li ammazzavo. Poi sono stati arrestati il giorno di Santa Lucia mentre stavo a Reggio, sono arrivato in ritardo, se no quel giorno doveva essere ammazzato De Falco, Mario Iovine e Bidognetti, che ammazzavo io. Quindi si doveva chiudere quel giro, sono andati in carcere, sono rimasto io. Ho fermato i camion, gli ho tolto i soldi. E loro cosa hanno fatto?! Sono andati sullo stabilimento mio, hanno messo delle armi, mi hanno fatto arrestare e hanno ri-iniziato a fare i fanghi tossici. Quando io sono venuto ancora in carcere al 41bis mi sono pentito e ho detto le cose come stavano, sperando che l'avessero fatto prima e presto. Mentre per la zona di Afragola, la zona napoletana, là dove state voi i responsabili sono i Moccia ed è il popolo stesso che non è che non vedevano i camion. Lei è giovane però suo padre o suo zio o suo cugino più vecchio... io sto facendo un esempio, non è che dico di lei nello specifico. Io non è che parlo di lei a livello personale ma a livello generale. Come è capitato anche a noi: tanta gente che ha preso i soldi per far scavare le buche e fare le sopraelevate ma anche da voi che pensi? Che non prendevano i soldi?
[Alle Mamme della Terra dei Fuochi Marzia Cacioppoli e Tina Zaccaria] Io non sono entrato in questo sistema. Io quando mi sono pentito ho detto ai miei magistrati voi state all'altezza di potermi gestire? Questo è il momento buono e invece sono stati minacciati anche loro. A me mi hanno avvelenato, un maresciallo della DIA, che si chiamava Giovanni Russo, che è stato condannato, mi hanno aspettato con il lanciamissili per fermare le mie dichiarazioni di cui ci stanno ancora verbali coperti da Segreto di Stato. Perché io volevo che questo stato di cose questa situazione che era diventata così virulenta finisse.
[In risposta alla domanda se fosse diventato un collaboratore di giustizia perché più conveniente.] No. Io dovevo fare due anni e mezzo per 416bis. L'ho fatto perché a un certo punto la coscienza si è ribellata. Non avevo alcun interesse a farlo. Innocenti nella nostra zona non ne sono morti, abbiamo fatto quattro guerre: contro i cutoliani, contro i Nuvoletta, contro i Bardellino stessi e contro i De Falco. A Casale era vietato vendere la droga, vietato fare rapine. Lascia perdete il gruppo di Giuseppe Setola, l'ho battezzato alla nascita, Setola è una cosa che è venuta negli anni 2000, dopo il mio pentimento. Se lo sono presi, l'hanno drogato, perché hanno rovinato un sacco di gente ma fino a luglio del 1991 che io stavo là, poi mi hanno fatto arrestare, le situazioni erano diverse. Io dicevo che il popolo a noi ci doveva amare per amore non per terrore, quindi veniva aiutato.
[Alle Mamme della Terra dei Fuochi] Vorrei dire una cosa perché mi è molto piaciuto il suo intervento, lei ha centrato la situazione. Come è capitato in tanti anni lo Stato lo sai che fa? Farà tutte perizie. Il popolo mio di Casale, perché di là posso parlare dove so con precisione, di loro ho detto che stavano inquinati perché c'erano altri capi-zona, poi sono stati gli altri. Quei soldi là li mangeranno tutti a perizie perché i 600 milioni di euro che gli ha dato l'europa serviranno solo da "stuzzicadente". Non serviranno a niente. Le bonifiche non le potranno mai fare perché se è come penso io, come da noi la roba nucleare sta anche da loro. Con Don Patriciello abbiamo pianto. Non voglio essere crudo. La collusione esiste da secoli tra il potere politico e mafioso.
Ma tu puoi pensare che possa esistere mafia, camorra, 'Ndrangheta senza l'appoggio delle istituzioni dello Stato? Rimarrebbero banditi di strada.
Sono trecento anni che esiste l'organizzazione del libro dei Beati Paoli.
L'unica arma che oggi ha il popolo italiano lo sai qual è? Di non votarli a questi. Di non votarli. Perché questi li lasceranno morire e gliel'ho detto venti anni fa in commissione e ci stava pure Mancini.
Io ho fatto quattro voli lì sopra. Li ho portati sui siti, hanno i verbali e mancano. Mancano i verbali di Milano di una società di cui era Paolo Berlusconi il socio, va bene? Dopo tre giorni l'hanno fatto sparire.
Io a loro [Mamme della Terra dei Fuochi] posso anche chiedere perdono, ai bambini. Loro mi ritengono responsabile di Afragola, io non c'entro perché non lo sapevo nemmeno della zona sua perché la loro zona era amministrata da un altro clan. [...] Nella vostra zona c'erano parecchi che ci mangiavano assieme ai Moccia, c'erano affiliate centinaia di persone, assieme a Pasquale Scotta. Tutti quanti hanno taciuto: i stabilimenti che facevano scarpe, pitture ecc della zona vostra dove sono andati a finire? Perché il popolo vostro non ha mai controllato, come anche il nostro? Io mi sento responsabile della zona mia di Casale ma della vostra no. Ho fatto omicidi, li ho fatti fare ma non 'a munnizza. Perché io mi sono pentito per 'a munnizza per cercare di salvare il salvabile. Lo Stato non ha fatto un tubo, un cavolo e né lo sta facendo né lo farà perché i soldi che arrivano dall'Europa se li mangeranno per le perizie e voi siete destinati tutti a morire in quella zona. Ecco, ve lo dico chiaro e tondo. Voi non riuscite a capire e ancora andate a votare questi partiti che per 20 anni e più vi hanno tenuto all'oscuro, vi hanno ammazzato.
Quando io sento che la televisione pure si permette di dire che io mi debba assumere delle responsabilità che non ho; ho ammazzato gente, io ho sparato, ho fatto delle guerre, tutto! Ma non mi assumo la responsabilità delle morti dei piccoli. Perché io ho pianto più di voi, ho i morti miei. Perché io quando ho scoperto questo fatto e mi sono ribellato e li volevo ammazzare mi hanno mandato in galera, al 41 bis, mentre gli altri stavano fuori. Rimanemmo in quattro: io, Bardellino, Mario Iovine e Francesco Schiavone. Bardellino l'avevamo ammazzato a Buzios in Brasile. Mario Iovine a Cascais in Portogallo e rimanemmo solo io e mio cugino. Lui tranquillo e io al 41 bis, lui fuori. E fece lo scaricabarile addosso a me. E io a dire "Fermatevi, fermatevi." Lo volevo fermare questo scempio e lo continuarono ancora.
Dalle interviste alla trasmissione televisiva Le Iene
[Sugli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino] I magistrati non si ammazzano, si corrompono. Oppure se ne vanno via, si fa una legge... si trova la strada. Non si crea un allarme sociale in questa maniera. [Chi li ha uccisi?] Chi pensi che li abbia ammazzati?! Un ignorante come Riina? Un pecoraio come Provenzano? Materialmente sono stati loro, Brusca e compagni, hanno messo la bomba ma chi gli ha detto di ammazzarli? Che quelli non volevano corrompersi. [Chi?] Dobbiamo prenderci una denuncia per calunnia io e te? Te la senti di prenderla? O vuoi essere ammazzato qui fuori da qualcuno? Ma tu che pensi? I segreti di Stato sai quanti ce ne stanno sepolti?[5]
[Lei non ha mai interrato rifiuti tossici?] Non l'ho fatto. Mai, mai. Non l'avrei nemmeno permesso! Perché io l'immondizia non la volevo. In nessuna maniera. L'immondizia tossica eh, quella atomica e tossica. E quando io ho capito che non c'era più niente da fare, mi sono pentito. Perché io sapevo, come gliel'ho detto, che questi facevano morire generazioni intere. Da me è venuto l'avvocato **** [Censurato nel video] Lui era massone, era della P2. A propormi di scaricare i fusti tossici. Gli ho detto: "Non si fa niente, non vi permettete. Ci vuoi ammazzare tutti?" [Lui come aveva questo traffico?] Con gli affiliati nostri che stavano al Nord. Attraverso la P2, smistavano questi fusti. I fusti tossici, per dire: fanghi, zinco, piombo. Ci stavano persino i rifiuti ospedalieri quelli che fanno i raggi X, tutta questa roba. Più ci stavano cassette di fanghi nucleari.[6]
[I fusti nucleari venivano da dove?] Centrali nucleari della Germania, Austria, Svizzera. Venivano riciclati attraverso una società di Milano che aveva una grossa discarica a Milano. Che passava attraverso la P2 e c'era anche un personaggio abbastanza noto che poi se ne sfilò. Il socio di maggioranza. I rifiuti tossici sono stati messi da: avvocato ****, Gaetano ****, Bidognetti e **** [Censurati nel video] che gli davano 600 milioni al mese.[6]
[Quando Schiavone li chiamò a raccolta per chiedere spiegazioni gli risposero] Dice: "Tu sei ancora un vecchio uomo d'onore, noi lo facciamo per soldi ma a te che te ne frega? Tanto ti bevi anche tu l'acqua minerale." Gli ho detto: "Ma che c'entra l'acqua minerale? Che qua un popolo intero muore." In quel momento li avrei voluti ammazzare. Io ero armato sempre, però portavo la pistola se io portavo una mini UZI, una mitraglietta, a 32 colpi sempre così, dentro la macchina e l'avessi avuta in quel momento, perché erano 5 o 6 di loro, li avrei ammazzati tutti quanti. E gli avrei messo la testa nel piatto.[6]
Ma tu lo sai quanti camion ci stavano? 470 camion giravano nell'orbita tra: Giugliano, Villaricca, Qualiano, Parete, Casale, San Cipriano, Aversa... [i tir arrivano in Campania] con la bolla di accompagnamento tutta ad arte, fatta apposta, però andavano a scaricare in queste buche. Di notte, di giorno, a mezzogiorno, alla mattina e sempre. Sotto gli occhi di tutti. Come minimo arrivavano 120, 130 tir [al giorno].[6]
Siamo a radioattività 50 volte o 80 volte la norma. Tutto questo che è filtrato giù io prego Iddio che il nucleare non si sia aperto ancora.[6]
Andare in discarica significava che ogni fusto di quelli veniva 2 milioni per distruggerlo, mentre dandolo ai clan, costava 200 mila lire.[6]
In tutti questi anni il fatto grave è che hanno messo a tacere. Qua hanno una sola possibilità, perché i luoghi li sanno, li individuano, li recintano.[6]
[Perché le sue dichiarazioni sono state desecretate?] Loro come Stato, come politica nemmeno avrebbe voluto desecretarlo. Solo che ci sono state le pressioni del popolo e don Patriciello che ne ha fatto una lotta di fede. Per togliersi... come Ponzio Pilato se ne sono lavati le mani, l'hanno passato alla DNA.[6]
Non piangeranno in molti la morte di Carmine Schiavone. Personalmente però gli devo qualcosa. Lo incontrai quando ancora era nel regime di protezione, i Carabinieri mi misero dei microfoni addosso e quelle registrazioni (poi rese pubbliche) mi cambiarono la vita. Sentire che avevo ricevuto una condanna a morte da una delle figure storiche del clan dei Casalesi mi trasformò. E il colloquio con lui cominciò inaspettato con un "Mi ricordo di te quando eri piccolo e stavi pieno di capelli". (Roberto Saviano)
[In occasione della morte di Schiavone] Una settimana fa ero stato a trovare Carmine Schiavone, nell'ospedale di Viterbo. Si sarebbe dovuto operare mercoledì sorso per una caduta dal tetto di casa. Si era rotto una vertebra. Ci ha detto due cose: che un paio di mesi fa ha portato gli investigatori in zona a fare dei sopralluoghi nella Terra dei Fuochi, in un'area ben definita. E la seconda cosa che avrebbe detto oggi quello che un anno fa a noi disse di non poter dire ancora. (Sandro Ruotolo)