Intervista di Roberto Petrini, Repubblica.it, 11 ottobre 2017.
[Sulla crescita dell'economia mondiale] Il problema principale secondo me è che il livello di indebitamento, soprattutto delle famiglie, continua a crescere.
[Sulla crescita dell'economia mondiale e il ceto medio] Il problema fondamentale secondo me resta una debolezza nella domanda dei beni di consumo dovuta allo spostamento della distribuzione del reddito che indebolisce la classe media nei paesi avanzati e che non può essere risolto dalla politica monetaria, se non spingendo ad un maggiore indebitamento. La classe media riesce a consumare ma indebitandosi di più. Il che però rende la crescita più fragile.
Un aumento di salari e stipendi della classe media porterebbe a una distribuzione del reddito meno squilibrata e ridurrebbe la necessità di indebitamento della classe media.
[Sulla ripresa economica in Italia] Il rapporto tra debito pubblico e Pil ha smesso di crescere, per esempio, e stiamo recuperando competitività rispetto alla Germania, dove i costi di produzione stanno accelerando in una situazione vicina alla piena occupazione.
Non possiamo contare per sempre su un contesto esterno favorevole e dobbiamo accelerare nella correzione dei nostri punti deboli.
Intervista di Pietro Senaldi, Liberoquotidiano.it, 8 maggio 2018.
Se ci fosse un governo istituzionale, la prima emergenza da affrontare sarebbe dotare il Paese di una legge elettorale che consenta di avere un vincitore dopo il voto, e allo scopo è più indicato un giurista, io sono un economista.
[Sulla possibilità di un incarico economico-politico] Se si parla di un governo a tempo, di pochi mesi, come pare, non credo che potrei incidere più di tanto. Se poi si vuole aumentare il deficit, non sono io la persona giusta.
Io non sono un duro. Non sono uno di quei medici che dice "l'operazione è riuscita ma il paziente è morto". Più semplicemente, sono un interventista e offro delle soluzioni tecniche, che i politici difficilmente adottano perché pensano alle elezioni e molti non sono troppo interessati a una strategia di medio periodo.
Mi auguro un governo politico che duri. Non mi entusiasmano i governi tecnici.
I mercati sono narcotizzati da Draghi, che continua a comprare titoli di Stato. E poi, finché c'è crescita, i mercati sono tranquilli.
Le persone sono preoccupate che i partiti non mantengano le promesse elettorali, io invece temevo che fossero mantenute e il fatto che non lo siano state è l'unico effetto positivo del non governo.
In teoria i problemi italiani, un debito pubblico elevato e una bassa crescita e competitività, potrebbero essere risolti uscendo dall'euro. Però bisogna essere chiari sul modo in cui e sul perché l'uscita aiuterebbe a risolvere questi problemi, cosa che spesso i suoi sostenitori non fanno.
[Sugli effetti sull'economia italiana dell'uscita dall'euro] [...] questo avverrebbe al prezzo di un taglio dei salari reali, di una tassa da inflazione e solo dopo un periodo che sarebbe molto turbolento anche per via degli effetti di bilancio che accompagnano una svalutazione e dello sconvolgimento del sistema dei pagamenti.
Se lasciassimo l'euro e introducessimo la nuova lira, questa si svaluterebbe immediatamente rispetto all'euro.
[Su una possibile alternativa dall'uscita dall'euro] [...] l'introduzione di una moneta parallela che verrebbe usata dallo Stato, e forse da altri, per le proprie transazioni all'interno del paese. [...] chi esporta in Italia non accetterebbe certo di essere pagato in nuove lire, richiederebbe euro o dollari. Una moneta parallela sarebbe equivalente all'uscita dall'euro.
Tutto sommato, credo che sia di gran lunga preferibile cercare di tornare alla crescita riformando l'economia italiana, piuttosto che scegliere il salto nel buio rappresentato da un'uscita dall'euro.
Carlo Cottarelli detto anche "il cacciatore di tagli". L'uomo che ha fatto del risparmio una leggenda. Porta la stessa cravatta da ventisei anni. Guardate che faccia da duro che ha. [...] Sembra veramente un attore dei film di Leone. Sembra Tex Willer, la volta che gli hanno ammazzato il cavallo però, guarda un po'. Anzi lui non è Tex Willer, lui è Tax Willer. "Quando un uomo con lo stipendio incontra un uomo con la spending review, l'uomo con lo stipendio è un uomo morto." Cioè se Clint Eastwood incontra Cottarelli, te lo giuro che se la fa addosso, si caga addosso. (Crozza nel Paese delle Meraviglie)
Carlo Cottarelli, I sette peccati capitali dell'economia italiana, Feltrinelli editore, 2018. ISBN 978-88-07-17332-5