Con le donne bisogna avere pazienza. Dominarle, ma con signorilità. (Aurelio)
Elide: Se n'è annata, 'a signora. Peppino: Eh, l'ho visto. Tu invece stai sempre lì, sei peggio de Giordano Bruno.
Al suo secondo film, Fabrizi – dopo il tranviere – impersona un pescivendolo, cioè ancora un personaggio di immediata e schietta estrazione popolare. Stesso l'ambito produttivo di Avanti c'è posto, stesso il regista, stessa la matrice bozzettistica (ma tra i collaboratori figura Fellini). Da una vicenda tutta prevedibile e in parte melensa (il protagonista s'invaghisce d'una signora della buona società, ma ne resterà deluso e accetterà il legame con una impetuosa fruttivendola) emergono alcune sequenze di brulicante umanità. (il Farinotti)
Fabrizi da tramviere è diventato pescivendolo [...]: aspirando ad una vita di lusso egli s'innamora d'una donna molto fine ed elegante che un giorno viene a comprare una spigola da lui, ma una grossa delusione alla fine lo fa ricredere, e preferisce l'amore schietto della sua vicina di banco, una fruttivendola, che gli promette una vita meno brillante ma più propria alla sua condizione sociale. A parte talune incongruenze nel racconto, troppo "facili" e "gratuite" (massime nel primo tempo), gli sceneggiatori hanno risolto con naturalezza e sapore, specie nelle battute, due o tre scenette sul mercato e altre poche col piccolo Cristiano Cristiani [...]. Tutto il resto del film è dolciastro, di maniera o forzato, pur mostrando il regista Bonnard d'avere la mano pronta a manovrare e frenare l'irruenza romanesca di Fabrizi. (Francesco Callari)
Si intravedono elementi pre-neorealisti (le dispute al mercato, la scena con la Boratto in prigione, quelle della balia in Abruzzo). E i toni della commedia sono abbastanza lontani dagli schemi estetici dell'epoca, con accenni di critica sociale (i «borghesi» che giocano d'azzardo) e qualche divertente notazione sul maschio conquistatore. (Il Mereghetti)