Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito.
Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve.
Oh! Questa è bella, volete che mi parli in francese [la Madonna]? Credete che lo sappia io?
Pregate per me, povera peccatrice, soprattutto nell'ora della mia morte.
Quando si obbedisce non si sbaglia mai, obbedite sempre con gioia.
Se avessimo la fede vedremmo il buon Dio in ogni cosa.
Signor parroco, la Signora non mi ha detto che la processione dovrebbe essere fatta ora. Mi pare ch'ella parlasse, non del presente, ma dell'avvenire.
Colui che ama, fa tutto senza fatica, oppure ama la sua fatica.
Colui che si espone alla tentazione, dice la Sacra Scrittura, ci cadrà.
Maria ha sacrificato tutto e Dio solo le sostituisce tutto.
Per la maggior gloria di Dio, l'importante non è fare tanto, ma farlo bene.
Perché bisogna soffrire? Perché quaggiù l'Amore puro non esiste senza sofferenza.
Quel che si riferisce a me non mi riguarda più, devo essere, fin d'ora, interamente di Dio, e di Dio solo. Mai di me stessa.
La preghiera di Bernadette è contagiosa. (René Laurentin)
Status sociale, cultura, ricchezza, persino salute: il contrario stesso di tutto questo in Marie-Bernarde Soubirous, detta Bernadette, quattordicenne (ma con lo sviluppo di una decenne, secondo i medici che la visitarono, e non ancora donna, a causa dell'alimentazione insufficiente); asmatica; sofferente di stomaco; chiusa nel suo silenzio di timida e di introversa; analfabeta e considerata da qualche suo parente stesso incapace di imparare alcunché; incolta anche in materia religiosa, tanto da ignorare persino il mistero della Trinità; figlia della famiglia più miserabile della città; residente nella cella della prigione comunale, sgomberata dalle autorità perché considerata insalubre per gli stessi detenuti; con il padre non solo fallito e con la fama – seppure abusiva – di fannullone e di beone, ma con anche alle spalle un soggiorno in prigione per un sospetto di furto: rilasciato dopo nove giorni, si lasciò cadere l'accusa tanto era inconsistente, ma senza procedere ad alcun giudizio, così da lasciargli addosso un sospetto infamante. Rendiamocene conto: in tutto questo, solo gli occhi della fede possono scorgere una misteriosa conformità al Vangelo e, dunque, le stigmate della verità. Solo l'adesione a una prospettiva rovesciata rispetto agli «occhi della carne» può far sentire gli echi del Magnificat intonato da Colei di cui Bernadette Soubirous fu testimone: «...ha guardato l'umiltà della sua serva [...]; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati; ha rimandato i ricchi a mani vuote...» (Lc 1, 48 e 51 ss.) (Vittorio Messori)
AA.VV., Le parole di Bernadette, Città Nuova, 2007.
Bernadette Soubirous, Quaderno delle note intime, Ndl Edizioni, 2006.