tenore italiano (1890-1957) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Beniamino Gigli (1890 – 1957), tenore e attore italiano.
Il palcoscenico, la ribalta, il pubblico: questa triade formava ora tutta la mia vita. Non mi restava tempo che per ben poco altro.[1]
Mamma, solo per te la mia canzone vola, | mamma, sarai con me, tu non sarai più sola! | Quanto ti voglio bene! | Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore | forse non s'usano più, | mamma, | ma la canzone mia più bella sei tu! | Sei tu la vita | e per la vita non ti lascio mai più![2] (da Mamma, Electrola, 1939)
Gigli aveva una cavata intermedia, tra il piano e il mezzoforte, ammaliante, anche perché il suono restava ricco ed espansivo pur assumendo una sottile velatura di tenerezza ed emozione. (Rodolfo Celletti)
Il timbro è limpido e riconoscibile abbastanza perché il canto costituisca un insegnamento impareggiabile; e al tempo stesso per spandere intorno a sé la gioia, allo stato puro, di cui Gigli seppe essere il detentore. (Paolo Isotta)
La voce di Gigli può legittimamente rientrare fra i miti dell'opera. Compatta, armoniosa, omogenea, eccezionalmente spontanea nell'emissione, aveva una continuità di vibrazioni e una fermezza di suono che faceva pensare alla cavata carusiana. (Rodolfo Celletti)
↑ Citato in Giuseppe Pugliese, Gigli, Matteo Editore, 1990, p. 57.