Benedetta Ponticelli (1979 – vivente), doppiatrice italiana.
- È sempre difficile scegliere quale personaggio mi ha messo in difficoltà o quello che mi è piaciuto di più, perché in realtà ogni personaggio porta con sé delle difficoltà e delle frustrazioni che mi sono trovata ad affrontare. Soprattutto perché il lavoro è fatto di tante piccole cose: dalle persone con cui ti trovi a lavorare, delle situazioni che in quel momento stai vivendo, magari a un personaggio sei particolarmente affezionata perché lo associ a un periodo positivo della tua vita.[1]
- È un ambiente di lavoro un po' anomalo: è una specializzazione del lavoro dell'attore, che già è molto particolare. Non esistono scuole certificate, quindi bisogna farsi spazio da sé perché non ci sono canali diretti di contatto fra scuole e mondo del lavoro. È sempre più difficile entrare nelle sale e chiedere provini perché i prodotti devono essere protetti e non si possono far entrare persone che magari potrebbero diffondere immagini rubate (è successo in passato e ha creato non pochi problemi). Tutte queste ragioni hanno contribuito a dare al doppiaggio la fama di mondo chiuso. Ma ho l'impressione che questa frase spesso sia ripetuta solo per sentito dire e non per esperienza diretta. Perché, ad esempio, non si dice che il Cinema è un ambiente chiuso? Eppure entrare nel mondo del Cinema è ancora più difficile![2]
- Un altro consiglio è di stare sempre con le orecchie aperte per sentire i consigli delle altre persone che lavorano all'interno di questo mondo e avere fiducia delle loro indicazioni.[1]