Il dovere di un rivoluzionario è la lotta sempre, la lotta comunque, la lotta fino alla fine.[2]
Indubbiamente è giusto perfezionare i mezzi dell'industria e un industriale ha diritto di lavorare come crede; ma non bisogna che l'operaio muoia di fame. È una necessità contro un diritto. […] Se gli strumenti di lavoro sono perfezionati, di ciò ne approfitteranno solo quelli che li possiedono […] così il padrone è padrone di far vivere, padrone di lasciar morire.[3]
Per un anno, l'agonia di una donna amata che si spegneva lontana da me nella disperazione, e poi per quattro anni un eterno faccia a faccia, nella solitudine della cella, con il fantasma di colei che non era più. Tale è stato il mio supplizio in quell'inferno dantesco.[4]
Quanti animali sono emuli, se non persino superiori all'uomo, nella manipolazione della materia! Certi nidi di uccelli sono capolavori inimitabili. Quale operaio migliore dell'ape o del ragno? L'ape sovrappone i suoi tubi esagonali con una precisione geometrica che non potremmo mai superare. Il ragno sfida la scienza del matematico e l'arte del tessitore nei mille calcoli che sanno annodare i fili e adattare le tele ai luoghi più diversi.[5]
Si ha alla fine che è proprio il sistema rappresentativo, quale viene applicato dagli apologisti, a concentrare i tre poteri nelle mani di un piccolo numero di privilegiati, uniti da medesimi interessi.[6]
Una rivoluzione improvvisa in un giorno più idee di quante trent'anni di veglia non siano in grado di cavare dal cervello di mille pensatori.[7]
L'univers est infini dans le temps et dans l'éspace, éternel, sans bornes et indivisible.
Daria Pozzi
L'universo è infinito nel tempo e nello spazio, eterno, senza limiti e indivisibile.
Citazioni
Le povere comete giungono a migliaia per bruciare miseramente. Come farfalle, accorrono leggere dal fondo della notte per precipitare volteggiando attorno alla fiamma che le attira, e non si ritirano senza avere disseminato di relitti i campi dell'eclittica. (V, 2005)
Se gli uomini danneggiano poco la materia, in compenso danneggiano molto se stessi. La loro turbolenza non altera mai seriamente la marcia naturale dei fenomeni fisici, ma sconvolge l'umanità. Bisogna dunque prevedere questo influsso sovversivo che cambia il corso dei destini individuali, distrugge o modifica le razze animali, dilania le nazioni e rovescia gli imperi. Certo, tali brutalità si consumano senza neppure graffiare l'epidermide terrestre. La scomparsa dei perturbatori non lascerebbe traccia della loro esistenza cosiddetta sovrana, e questo basterebbe a restituire alla natura la sua verginità, appena sfiorata. (VII, 2005)
Ogni astro, qualunque esso sia, esiste dunque in numero infinito nel tempo e nello spazio, e non solamente in uno dei suoi aspetti, ma in tutte le forme che assume in ogni istante della sua esistenza, dalla nascita alla morte. Tutti gli esseri disseminati sulla sua superficie, grandi o piccoli, vivi o inanimati, condividono il privilegio di tale eternità. Ogni essere umano è dunque eterno in ogni istante della sua esistenza. Quel che scrivo in questo momento in una cella di Fort du Taureau l’ho già scritto e lo scriverò in eterno, su un tavolo, con una penna, con vestiti e in circostanze assolutamente simili. Così per ognuno di noi. (VIII, 2005)
[...] tutto quello che si sarebbe potuto essere qui, lo si è altrove, da qualche parte. (VIII, 2005)
[...] tout ce qu'on aurait pu être ici-bas, on l'est quelque part ailleurs.
In questo momento, l'intera esistenza del nostro pianeta, dalla nascita alla morte, si riproduce in ogni particolare, giorno dopo giorno, su miriadi di astri fratelli, con tutti i suoi crimini e le sue sventure. Quel che chiamiamo il progresso è imprigionato su ogni terra, e con lei svanisce. Sempre e dovunque, sulla superficie terrestre, lo stesso dramma, lo stesso scenario, sullo stesso angusto palcoscenico, un'umanità turbolenta, infatuata della propria grandezza, che crede di esser l'universo e che vive nella sua prigione come se fosse un'immensità, per scomparire ben presto insieme al globo che ha portato con il più profondo disprezzo il fardello del suo orgoglio. Stessa monotonia, stesso immobilismo in tutti gli altri astri. L'universo si ripete senza fine, e scalpita senza avanzare. L'eternità recita imperturbabilmente nell'infinito le stesse rappresentazioni.
[Traduzione di Giulia Alfieri]
↑ Dalla testata del quotidiano fascista Il Popolo d'Italia.