All'inizio era un gioco. Stare sul ghiaccio mi piaceva soprattutto perché mi divertivo con il gruppo, di cui faceva parte anche mio fratello maggiore. I miei genitori ci tenevano molto che noi avessimo un'educazione sportiva e hanno continuato a proporci mille attività. Siccome vivevamo in Valtellina, gli sport di montagna erano la prima scelta. Arrivata al pattinaggio ho capito presto che non ero una da piroette, mi entusiasmava la velocità.[1]
Andare a votare è importante, è un nostro diritto. Dobbiamo darci una svegliata tutti, non solo i politici.[2]
Ho sempre visto la sconfitta come un passo per la vittoria, uno stimolo a migliorarmi. Non che sia bello: perdere è frustrazione, tristezza e rabbia ma può tramutarsi in energia positiva per la sfida successiva.[3]
È stata l'Olimpiade di Arianna Fontana, Sofia Goggia e Michela Moioli. I loro momenti magici vanno sfruttati per provare a raccontare sempre tutti gli sport, non solo il calcio, e ispirare i più giovani. (Alessandro Zanardi)
Ho letto che Arianna Fontana vorrebbe andare a gareggiare per gli Usa: l'unico consiglio che le posso dare è che farebbe un grossissimo errore. La bandiera è quella che ti senti, non è quella che ti scegli in un momento di difficoltà. È anche giusto che un'atleta del suo spicco abbia un aiuto ragionevole da parte della sua federazione: ma la bandiera non la deve mollare, (Federica Pellegrini)