Intervista di Federico Greco e Dean Buletti, 2001italia.it, 21 luglio 2001.
Io sono un regista che non ama pensare, preferisco fare con le mie mani (vedete, sono tutte rovinate e piene di cerotti...). Su 2001 si sarebbe trattato di pensare, e poi io sono uno che ci mette molto poco a fare un film. Lì sarei stato nove mesi... è un mondo che non mi appartiene. [...] Lo so, ho perso una grande occasione.
[Su 2001: Odissea nello spazio] Era un artigianato di lusso. Il punto di arrivo è artigianale, ma preparato e studiato... E il lusso era anche che Kubrick poteva permettersi di non spiegare nulla di quello che stava facendo ai produttori. Io ancora oggi mi faccio tantissime domande sul significato di molte scene. Ma come tutti, perché anche alla Metro nessuno poteva dire niente. Dopo la proiezione ci fu un momento di religioso silenzio, perché nessuno aveva il coraggio di dire niente... nemmeno di dire: "Non l’ho capito". Certi sgusciavano via...
2001 l’ha fondata [la fantascienza]. L’ha fatta. Non si era mai fatta la fantascienza come andava fatta.
Se non nasceva Sergio Leone il western all’italiana non sarebbe mai arrivato al successo mondiale. Io che avevo un mercato all’estero non sarei mai riuscito a vendere un film western se prima non fosse nato un genere.
Se un regista utilizza uno pseudonimo a ogni film che dirige, allora è meglio dimenticarsi di lui! Perché chiamarsi in Inghilterra Anthony Dawson e in Italia Antonio Margheriti? (Udo Kier)
L'horror e il gotico lo affascinavano. Lui aveva ad esempio orrore del sangue. Infatti i suoi capolavori gotici sono in bianco e nero. Quando lui si è confrontato con il cinema horror, il cinema gotico usando il colore, c'è un minor fascino, c'è un minor gusto nelle inquadrature quando ci sono le scene di sangue, la truculenza che il gore che a lui non piaceva. Infatti, quando la tendenza, la moda del cinema sul genere horror abbandonò il gotico per buttarsi sullo splatter, sul gore, mio padre decise di lasciare il genere e di buttarsi invece sul genere più avventuroso, sullo stile di Spielberg che si affacciava in quegli anni al cinema mondiale.
Mio padre è stato un grandissimo maestro. Mio padre aveva una tecnica eccezionale. Lui era capace di risolverti delle situazioni molto ingarbugliate, senza mezzi tecnici, di girare sequenze molto belle con molto poco. Infatti la sua abilità, la sua fama soprattutto nel mercato internazionale viene dal fatto che lui era in grado di fare film all'apparenza multimilionari con quattro soldi.
Tornò dagli Stati Uniti dopo aver visto il primo Indiana Jones ed era impazzito. Completamente impazzito come se avesse parlato con Dio, cioè disse: questo è il modo in cui bisogna fare il cinema."