Antonino Bertolotti (1834 – 1893) è stato uno scrittore, erudito e archivista italiano.
- [Francesco Cenci] Il bastardo di un mezzo prete, che aveva abusato delle cariche, ond'era stato investito, per arricchirsi, nato da una donna, traditrice del proprio marito, tacciata di furto e sospetta di poca fedeltà all'amante stesso, pareva predestinato ad esser un cattivo soggetto. (Parte prima, cap. II, p. 15)
- L'indole violenta dì Francesco Cenci, che negli impeti dell'ira non aveva riguardo alla propria dignità e tanto meno risparmiava i figli, la durezza anzi con cui li trattava e massime poi la persecuzione continua ed ostinata contro il primogenito Giacomo, il quale spesso dové litigare con lui per avere con che sostenere la propria famiglia, furono a parer mio le sole cagioni che dettero origine alla trama ordita da essi contro la vita del genitore. (Parte seconda, cap. I, p. 103)
- Io mi era proposto, allorché misi mano a questo lavoro, di spostare soltanto Beatrice Cenci da quel trono in cui l'avevano indebitamente collocata i posteri; mi rincresce doverle anche rinfacciare le infamie[1], che pagò ben caro, ora sono dugento e ottanta anni; ma non ho potuto far altrimenti. (Parte seconda, cap. X, p. 266)
- L'essere stata [Beatrice Cenci] orfana di madre ben giovane, l'avere avuta una pessima educazione e l'essere vissuta in tempi ben tristi, in cui il parricidio era frequente, sono le sole attenuanti che le si possono concedere. (Parte seconda, cap. X, p. 267)
- Che gli spettatori al supplizio di Beatrice ne siano stati commossi, niente di più naturale: accadde ed accadrà sempre così, essendo le masse in tali occasioni propense ad aver commiserazione del colpevole quando lo vedono pentito. In questo caso poi il parricidio commesso fuori dello Stato Ecclesiastico[2] era già quasi dimenticato. Inoltre i Cenci avevano fatto spargere voce di esser innocenti, sacrificati dall'avidità del fisco; e poi il popolo, se era spettatore del loro supplizio, non aveva invece potuto assistere alio svolgimento del processo, cosicché credette di coronare di fiori una verginella vittima dell'ingiustizia. Se i dibattimenti del processo fossero stati pubblici, come oggi, il popolo avrebbe forse lapidato prima dell'esecuzione quella crudelissima famiglia. (Parte seconda, cap. X, p. 273)
- ↑ La relazione con il castellano Olimpio Calvetti, partecipe dell'omicidio del padre.
- ↑ A Petrella Salto, dal 1233 al 1861 parte integrante del giustizierato d'Abruzzo.