cardinale e arcivescovo cattolico italiano (1938-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Angelo Amato (1938 – vivente), cardinale e arcivescovo italiano.
Citazioni in ordine temporale.
L'esistenza di Madre Speranza di Gesù fu una corsa verso la santità [...]. Fare la volontà di Dio, affidarsi alla sua Provvidenza, amare il Crocifisso, simbolo dell'Amore Misericordioso di Dio era il programma della vita di Madre Speranza. Imitava così il divin Redentore, figlio obbediente del Padre celeste. Con questa fede sconfinata ella attraversò le oscure gallerie del male, dell'incomprensione e dell'umiliazione, uscendo purificata e rafforzata nei suoi propositi di santità. [...] Era la speranza la virtù che maggiormente la identificava. Per lei Dio è un padre che perdona, compatisce, attende. Dio sa solo amare e ama anche i peccatori più incalliti. La speranza era l'energia segreta che la guidava ad amare, a soccorrere, a perdonare. La speranza era per lei la misericordia divina vissuta e donata a piene mani.[1]
Madre Speranza era messaggera di speranza soprattutto per i poveri. Il suo desiderio era raggiungere i più abbandonati ed emarginati. [...] La sua carità si esprimeva nelle opere di misericordia corporale, ma anche in quelle di misericordia spirituale. Anche in questo la Madre eccelleva, accogliendo, consolando, ammonendo, perdonando, insegnando, sopportando, pregando. Fu oltremodo generosa nel perdono. Rispondeva con il silenzio e la preghiera a coloro che la contrariavano e la calunniavano. [...] Li chiamava persino benefattori. Per lei la persecuzione era una scuola di amore. [...] Madre Speranza ci esorta a riscoprire la nostra vocazione alla santità, perché il mondo ha sempre più bisogno di persone sante, che sappiano vincere il male con il bene.[1]
[Su Itala Mela] La consapevolezza dell'inabitazione della Trinità nella sua anima la spinse non solo a fare i voti classici di povertà, castità e obbedienza, ma anche quelli di vita eremitica e di totale abbandono alla divina provvidenza. Itala non voleva più appartenersi. Voleva essere tutta di Dio, come figlia obbediente del Padre, discepola fedele di Cristo, tabernacolo puro dello Spirito Santo. [...] L'intensa carità trinitaria la riversava sul prossimo bisognoso con delicatezza, dolcezza e concretezza. Oltre alla preghiera e al consiglio, Itala, nonostante le sue non floride condizioni economiche, era generosa nella beneficenza, aiutando gli indigenti con collette in denaro, offerte di vestiti e di cibo, aiuto nella soluzione dei tanti problemi della vita quotidiana. E tutto ciò nonostante le difficoltà di una salute cagionevole, che la portò prematuramente alla morte. [...] Nella beata Itala Mela la Chiesa offre un messaggio di fiducia nella possibilità del laicato non solo di vivere in pieno la santità cristiana, ma anche di essere artefice e protagonista del rinnovamento culturale e spirituale della società.[2]
Da Lo sviluppo del dogma mariano
in Rivista Maria Ausiliatrice, agosto 2002.
Essi [i dogmi mariani] esistono già nella coscienza di fede della Chiesa. Tuttavia, in un determinato momento della storia, urge un loro pronunciamento solenne e autoritativo, perché la comunità ecclesiale è chiamata o a rifiutare una interpretazione errata o a prendere maggiormente coscienza di un particolare aspetto del mistero di Maria.
La pedagogia liturgica ci insegna che, anche noi, come Maria e accompagnati dalla sua materna ed efficace intercessione, possiamo essere dimora di Gesù,
Sin dall'antichità la parola greca "dogma" ha indicato, fra l'altro, "decisione", "decreto".
Vivere integralmente la vita di grazia implica anche essere guidati e sostenuti dall'intercessione materna di Maria.
Da La questione cristologica odierna
Osservatore Romano, 1-2 febbraio 2008; disponibile in Gliscritti.it.
La contemporanea ricerca sul Gesù storico, invece, sembra aver smarrito il volto autentico del Signore, riducendolo a una oscura figura del passato, del quale niente si potrebbe affermare con certezza, se non che fu, al massimo, un moralista, un rivoluzionario o un predicatore.
Gesù Cristo costituisce l'identità cristiana allo stato nascente e la cristologia è la riflessione credente su questo Dna del cristianesimo.
In Cristo, la storia umana è diventata evento salvifico.
Le narrazioni evangeliche sono altamente interessate a riportare le gesta di Gesù più che a testimoniare solo la fede dei primi cristiani.
Non quindi sola fides, perché fides sine historia è infondata. Né, tanto meno, sola historia, perché historia sine fide è insufficiente per cogliere la verità del dono di Dio in Cristo.
In Gesù di Nazaret, il Papa rilegge la "storia" nella sua completezza e cioè nella sua duplice valenza di avvenimento spazio-temporale (Historie) e di evento salvifico (Geschichte).
Purtroppo, un atteggiamento scettico, da parte sia della letteratura accademica sia della formazione catechistica, tende a sottovalutare o a rifiutare del tutto la finalità biografica dei Vangeli.
Spesso la cristologia appare riduttiva, minimalista, insufficiente, perché non accoglie il Mistero rivelato nella sua integralità.