lunghista e velocista italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Andrew Curtis Howe (1985 – vivente), lunghista e velocista italiano di origine statunitense.
Lo sport è educazione, dedizione, abnegazione, sacrificio e perseveranza, in particolare nell'atletica leggera. Chi fa atletica leggera è uno sportivo speciale. Io ho praticato tutti gli sport, dal calcio, al basket al tennis, però nulla è al confronto di quello che dobbiamo fare con il nostro corpo nell'atletica leggera. È uno sport povero il nostro e pochi lo capiscono. Il calcio è bellissimo, ma la sensazione che ti dà fare atletica leggera senza dover mettere una palla da qualche parte è qualcosa di diverso.[1]
Mi sono sentito spesso sotto pressione. Ogni volta sembrava che dovessi fare chissà cosa e se non soddisfacevo le aspettative mi davano subito per finito. Non si tiene mai conto del fatto che l'atletica non è come il calcio o la pallavolo, dove puoi giocare male un pezzo di partita o di campionato e poi riprenderti. Nell'atletica devi dare il 100% in quella gara, in quel giorno, a quell'ora, in quei pochi secondi. È dura.[2]
Per una vita sono andato a gareggiare non per fare la mia prova, ma per dimostrare qualcosa, ed è quanto di peggio possa succedere. Sentivo di dover legittimare costantemente il mio valore, ma alla fine facevo solo un torto a me stesso, mi appesantivo di problemi e responsabilità che di certo non mi aiutavano ad andare veloce. Ero pieno di rabbia, con una grande voglia di distruggere e di vincere, ma giravo con i paraocchi e non vedevo quello che avevo intorno.[3]
[Nel 2021] Sono qua a casa a guardare le Olimpiadi, e mi sono reso conto che forse nella mia vita e nella carriera da atleta sono stato troppo sopravvalutato. Gli atleti forti stanno alle olimpiadi, gli atleti forti partecipano e o prendono le medaglie alle olimpiadi, io al massimo ho fatto solo due partecipazioni, una a 19 anni [ad Atene 2004, sui 200 metri] e un'altra che è meglio non parlarne [a Pechino 2008, fuori nel lungo]. Dopo tanti sacrifici mi ritrovo a fine carriera con un pugno di mosche in mano (colpa mia). Però se questo mio esser stato sopravvalutato abbia portato anche a una persona ad avvicinarsi allo sport io sono contento.[4]