Nel carisma di Karol Wojtyla si annunciava l'unità spirituale dell'Europa. Egli aveva la fede e la forza del profeta. Il suo corpo e i suoi gesti, assieme alle parole, improvvisamente univano quello che si era divaricato con la prepotenza dell'ideologia.[3]
Non è detto che la minore efficienza fisica comporti minore pregnanza spirituale. La sofferenza ha una forza di esempio, di testimonianza, diversa ma ugualmente forte, che non ha in sé il pieno vigore. Pensiamo al Papa quand’era in ospedale: lo ha avvicinato ancora di più ai tanti che soffrono. L’età avanzata lo pone una condizione umana che conserva l’esperienza e la saggezza di un anziano. Ogni momento della vita ha un significato.[4]
Silvestrini dedicava grande parte del suo tempo al lavoro di ufficio per la Santa Sede, ma poi il resto del suo tempo era dedicato a Villa Nazareth, al dialogo con i giovani, al cammino dei giovani, nel rispetto grande del tempo di ciascuno. Il suo era uno stile mai impositivo: era sempre un accogliere, dialogando, dando spazio e rispettando proprio il cammino di crescita di ciascuno, i tempi di ciascuno. Questo per me è stato veramente di grande insegnamento. Era uomo di Chiesa, un uomo che amava profondamente la Chiesa e un uomo che era legato al Santo Padre. Le confesso che un giorno, mentre ero nel suo ufficio, il Segretario del Santo Padre lo chiamò al telefono dicendogli: “Eccellenza, il Santo Padre vuole parlarle”. La cosa che mi ha colpito – io l’ho sempre ricordato nella mia vita – è che si è alzato in piedi per parlare al telefono con il Papa, non è rimasto seduto. Mi ricordo ancora che gli disse: “Mi benedica, Padre Santo”. (Claudio Maria Celli)
[In occasione del 40° anniversario della stipula dall'Atto Finale di Helsinki sulla libertà religiosa] Ricordo l’emozione con cui il 7 marzo 1973 presentammo, nell'ambito dei principi che dovevano reggere i rapporti tra gli stati, una proposta sulla libertà religiosa, ricordando che nella storia d'Europa esisteva una comune cultura, quella cristiana. L'ambasciatore della Svezia, che mi era accanto, esclamò sorpreso "questa è una bomba", l'ambasciatore Böck della Germania orientale chiese se la libertà di coscienza era proposta per tutti, anche per gli atei. (Pietro Parolin)
↑ Citato in Federico Pontiggia, Pio XII e il cinema, Cinematografo, 21 ottobre 2005.