Fotogramma
singola immagine impressa su una pellicola cinematografica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il fotogramma è la singola immagine impressa su una pellicola cinematografica.[1]
Nella pellicola cinematografica sono impresse in sequenza delle immagini che, riprodotte ad una velocità di almeno 16 fotogrammi al secondo, restituiscono allo spettatore l'impressione di un movimento continuo, e non di una sequenza di immagini fisse. La velocità (frequenza) standard di proiezione di una pellicola cinematografica è di 24 fps o, in altre parole, di 24 fotogrammi al secondo. Nei primi anni di vita del cinema, la velocità di proiezione standard era invece di 16 fotogrammi al secondo.
Il fotogramma è anche la singola immagine impressa su una pellicola fotografica, in positivo o in negativo, dalla quale, con il processo di sviluppo, si ottiene la fotografia o la diapositiva.
Infine, con fotogramma si intende anche un'immagine fotografica ottenuta in camera oscura imprimendo un'immagine direttamente su un foglio di carta sensibile o un negativo, senza fare uso di una macchina fotografica. Questa tecnica è più nota con il nome di Rayogramma o "Rayografia", dal nome del fotografo Man Ray, che la riscopre negli anni '20 del Novecento, o come Shadografia.[2]
Anche il segnale televisivo si compone di fotogrammi, ma in questo caso il nome individua ogni singola immagine costruita mediante segnali elettrici. Secondo gli standard in uso in Europa (PAL e SÉCAM[3]) i fotogrammi televisivi vengono mostrati con una frequenza di 25 fotogrammi completi al secondo: poiché la successione delle immagini è in funzione della frequenza della corrente alternata fornita dalla rete elettrica e poiché in Europa tale frequenza è pari a 50 Hz, gli standard stabiliscono che vengano visualizzati cinquanta semiquadri ogni secondo. La somma di due semiquadri produce un fotogramma completo: col primo semiquadro vengono disegnate le righe dispari, col secondo quelle pari.
A causa di tale discrepanza tra la cadenza cinematografica e quella televisiva, quando si proietta un film attraverso un segnale televisivo, si deve accelerarne la proiezione a 25 fotogrammi al secondo, in modo da sincronizzare le due cadenze. L'incremento di velocità è inavvertibile sia in termini di qualità dell'audio, sia di riproduzione del movimento, ma determina comunque una riduzione della durata del film: una pellicola che al cinema dura due ore, quando viene trasmessa in televisione si conclude dopo circa un'ora e cinquantacinque minuti. Questo effetto può essere eliminato mediante tecniche di interpolazione che ridisegnano i fotogrammi "aggiungendo" quelli mancanti: mentre prima in un secondo ce ne stavano 24 ora devono starcene 25, sempre equamente distribuiti nel tempo. Si deve tuttavia considerare che queste tecniche vengano utilizzate raramente a causa della grande differenza tra i vantaggi ottenuti e il loro "costo" in termini di elaborazione.[4]