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Wilhelm Kube
politico tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Wilhelm Kube (Glogau, 13 novembre 1887 – Minsk, 28 settembre 1943) è stato un politico tedesco.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Figlio di un militare di carriera, studiò scienze politiche all'Università di Berlino, diventando portavoce dell'unione accademica del movimento völkisch.[1] Segretario generale del Partito Popolare Nazionale Tedesco dal 1920 e il 1923, nel 1924 fu eletto nel Reichstag con il Partito Popolare Tedesco della Libertà.[1] Nel 1928 aderì al Partito Nazista, venendo nuovamente eletto deputato e venendo nominato portavoce del caucus del landtag prussiano.[1] Nel 1933 Hermann Göring lo scelse per svolgere il prestigioso incarico di Oberpräsident (governatore) del Brandeburgo, comprendente la capitale Berlino.[1]
Nel 1936 fu sottoposto a processo dall'USCHLA, il tribunale interno del partito, e condannato da Walter Buch per estorsione, appropriazione indebita e per aver sedotto le mogli di alcuni colleghi decadde da tutte le cariche.[1] Nel 1941 si arruolò volontario nelle Waffen-SS, e ottenuta la fiducia di Heinrich Himmler lo stesso anno fu da questi designato Generalkommissar della Bielorussia.[1] In questo ruolo supervisionò le deportazioni di massa e lo sterminio degli ebrei bielorussi, ma nonostante il suo passato caratterizzato da idee violentemente antisemite restò talmente inorridito dalla violenza e dai metodi delle SS da entrare pesantemente in conflitto con i vertici nazisti, inviando numerose lettere di protesta e cercando di proteggere gli ebrei dallo sterminio impiegandoli per svariati lavori.[1]
Nel settembre 1943, quando ormai i suoi giorni da commissario generale erano contati, fu ucciso nel suo appartamento da una partigiana russa.[1]
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Note
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