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politico tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Wilhelm Kube (Glogau, 13 novembre 1887 – Minsk, 28 settembre 1943) è stato un politico tedesco.
Wilhelm Kube | |
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Gauleiter del Gau Ostmark | |
Durata mandato | 1 febbraio 1928 – 1 giugno 1933 |
Gauleiter del Gau Kurmark | |
Durata mandato | 1 giugno 1933 – 7 agosto 1936 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Emil Stürtz |
Oberpräsident della Provincia di Brandeburgo | |
Durata mandato | 29 maggio 1933 – 7 agosto 1936 |
Predecessore | Adolf Meier |
Successore | Emil Stürtz |
Oberpräsident di Posen-Prussia Occidentale | |
Durata mandato | 18 luglio 1933 – 7 agosto 1936 |
Predecessore | Hans von Meibom |
Successore | Emil Stürtz |
Generalkommissar del Weißruthenien | |
Durata mandato | 17 luglio 1941 – 22 settembre 1943 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Curt von Gottberg |
Membro del Reichstag | |
Durata mandato | 1924 – 1936 |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori |
Figlio di un militare di carriera, studiò scienze politiche all'Università di Berlino, diventando portavoce dell'unione accademica del movimento völkisch.[1] Segretario generale del Partito Popolare Nazionale Tedesco dal 1920 e il 1923, nel 1924 fu eletto nel Reichstag con il Partito Popolare Tedesco della Libertà.[1] Nel 1928 aderì al Partito Nazista, venendo nuovamente eletto deputato e venendo nominato portavoce del caucus del landtag prussiano.[1] Nel 1933 Hermann Göring lo scelse per svolgere il prestigioso incarico di Oberpräsident (governatore) del Brandeburgo, comprendente la capitale Berlino.[1]
Nel 1936 fu sottoposto a processo dall'USCHLA, il tribunale interno del partito, e condannato da Walter Buch per estorsione, appropriazione indebita e per aver sedotto le mogli di alcuni colleghi decadde da tutte le cariche.[1] Nel 1941 si arruolò volontario nelle Waffen-SS, e ottenuta la fiducia di Heinrich Himmler lo stesso anno fu da questi designato Generalkommissar della Bielorussia.[1] In questo ruolo supervisionò le deportazioni di massa e lo sterminio degli ebrei bielorussi, ma nonostante il suo passato caratterizzato da idee violentemente antisemite restò talmente inorridito dalla violenza e dai metodi delle SS da entrare pesantemente in conflitto con i vertici nazisti, inviando numerose lettere di protesta e cercando di proteggere gli ebrei dallo sterminio impiegandoli per svariati lavori.[1]
Nel settembre 1943, quando ormai i suoi giorni da commissario generale erano contati, fu ucciso nel suo appartamento da una partigiana russa.[1]
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